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“Il fatto che tutti possano esprimersi non comporta automaticamente il rispetto di chi la pensa diversamente, ma l’assolutizzazione del mio punto di vista. Chi dissente non è qualcuno che vede le cose diversamente, ma un nemico che in quanto tale va attaccato”. Lo scrivono don Ivan Maffeis, sottosegretario Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, e Pier Cesare Rivoltella, professore ordinario di Didattica e Tecnologie dell’istruzione all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nell’introduzione al libro “Fake news e giornalismo di pace” pubblicato oggi da Morcelliana. “Di qui la violenza nei social, nel dibattito politico, nel sistema dei media, nella società. Come si capisce – aggiungono Maffeis e Rivoltella -, non è il risultato dell’assenza di comunicazione o del trionfo della verità, ma esattamente il contrario: la violenza è spesso figlia della comunicazione polverizzata e dell’impossibilità di trovare in essa una verità”. Il volume raccoglie una serie di commenti al Messaggio di Papa Francesco per la 52ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: Ivan Maffeis, “Per farsi terra e paese”; Nataša Govekar, “Liberi per far risplendere la verità”; Vincenzo Costa, “Le fake news come comunicazione difettiva”; Paolo Peverini, “L’insidia del mimetismo. Fake news ed effetti di realtà”; Ruggero Eugeni, “Le avventure della verità”; Arnoldo Mosca Mondadori, “Il ‘tempo del serpente’ e il ‘Tempo del Risorto'”; Pier Cesar Rivoltella, “Informazione, desiderio, educazione. Essere maestri nel web”. Le schede operative sono invece realizzate da Alessandra Carenzio, Sergio Perugini, Marco Rondonotti, Emanuela Vinai.