Siria: Avsi, domani a Roma incontro-testimonianza del nunzio apostolico card. Mario Zenari

foto SIR/Marco Calvarese

Si svolgerà venerdì 9 marzo alle ore 18 a Roma (presso l’auditorium Giovanni Paolo II della Pontificia Università Urbaniana) un incontro con il card. Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria. All’evento, promosso da Comunione e Liberazione, Centro Culturale di Roma e Fondazione Avsi, il porporato porterà la sua testimonianza e racconterà a che punto è il progetto promosso con Avsi “Ospedali Aperti in Siria”: un progetto, lanciato nel 2017, ora entrato a pieno regime, che punta a garantire anche ai più poveri l’accesso alle cure sanitarie. Il card. Zenari, dal 2008 nunzio apostolico a Damasco, ha vissuto in prima persona tutti i sette lunghi anni della guerra in Siria. Dalla sua casa a Damasco, in una recente intervista a un quotidiano nazionale italiano, ha spiegato come la situazione nel Paese stia ulteriormente degenerando e come sia la popolazione inerme a pagarne il prezzo più alto: “In Africa mi avevano insegnato un proverbio: quando gli elefanti si scontrano, chi ne soffre è l’erba del prato. E l’erba ora è la Siria, come lo Yemen: le città, i civili. Non dimentichiamo il dolore della gente, i bambini”. All’incontro (ingresso libero, è gradita prenotazione all’indirizzo fondazione.avsi@avsi.org) parteciperà Maria Rosa Gianniti, inviata del Tg1, che interverrà sulla situazione della Siria nel contesto mediorientale. Modererà l’incontro Maria Laura Conte, direttrice della comunicazione di Avsi.

Il progetto “Ospedali aperti”, nato da un’iniziativa del card. Zenari, ha l’obiettivo di assicurare l’accesso alle cure mediche gratuite anche ai più poveri, attraverso il potenziamento di tre ospedali privati non profit: l’Ospedale Italiano e l’Ospedale Francese a Damasco e l’Ospedale St. Louis ad Aleppo. Le attività che vengono portate avanti sono: prestazioni mediche gratuite e di qualità a chi non potrebbe permettersele in tempo di guerra; nuove apparecchiature mediche agli ospedali (Tac, respiratori artificiali, elettrocardiografi, endoscopi…) e il materiale di consumo necessario a farle funzionare; ristrutturazione di alcuni spazi fisici che necessitano di interventi migliorativi come gli impianti idrici, elettrici e di riscaldamento; nuovo software gestionale per i tre ospedali, così da metterli “in rete” e da consentire lo scambio di informazioni in tempo reale, permettendo una stretta collaborazione finalizzata alla miglior cura del malato; formazioni tecniche per i medici siriani focalizzate sui loro bisogni più urgenti. Il grosso dei fondi raccolti è usato per pagare le terapie mediche vere e proprie, la diagnostica dei pazienti e gli eventuali interventi chirurgici necessari. Tra i donatori del progetto figurano Fondazione Policlinico Universitario Gemelli, Calzedonia, Conferenza Episcopale Italiana, Unipol Gruppo, Fondi Italiani per le infrastrutture, The Papal Foundation, Roaco, Ordine Equestre del Santo sepolcro di Gerusalemme.

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