Migranti e rifugiati: p. Baggio (Santa Sede), “con molti governi dialogo e convergenza su nostre richieste”

“Siamo molto contenti di vedere che i 20 punti, approvati dal Papa, siano stati considerati sia nel Global compact per i rifugiati, sia nel Global compact per i migranti”. A tracciare un bilancio al Sir sui due Patti globali in sede Onu è padre Fabio Baggio, co-segretario della Sezione Migranti & Rifugiati, del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. C’è soddisfazione sulle “coincidenze” incontrate nel dialogo con molti Paesi dell’America Latina, dell’Europa e dell’Africa che “si sono allineati, poi ci sono tante Conferenze episcopali che su loro iniziativa si sono avvicinate”. “Usando alcuni dei 20 punti hanno intavolato un bellissimo dialogo con i governi corrispondenti, per vedere se è possibile tenere presenti questi punti nelle negoziazioni e come metterli in atto a livello nazionale”, precisa padre Baggio.  “Come Santa Sede – aggiunge – continuiamo ad insistere sulla possibilità di ampliare e chiarire quali sono i canali legali di migrazione sicura e regolare, per non lasciare spazio alla speculazione dei trafficanti di carne umana. Anche in questo senso c’è almeno una intenzione dichiarata da parte di alcuni Paesi di poter valutare i casi di rifugio e aprire altri canali umanitari per situazioni di particolare vulnerabilità. Ci fa piacere vedere che alcune di queste iniziative vengono prese anche prima dei Global compacts. Anche il Belgio ha aperto un corridoio umanitario di 150 persone attraverso la mediazione della Comunità di Sant’Egidio. Sappiamo che la Francia è in cammino e che altri Paesi stanno valutando. Inoltre alcuni Paesi stanno riflettendo moltissimo sul riconoscimento dei titoli e delle professioni dei migranti e rifugiati e anche questo è un punto che avevamo sottolineato. Altri Stati dell’Ue sono interessati ad aiutare i Paesi confinanti nelle situazioni di emergenza dalle crisi umanitarie in corso”. “Se non succede nulla di particolare per la fine del 2018 avremo i due Patti globali – conclude -. Anche se nessun documento è la soluzione, perché non sono vincolanti. A meno che non ci sia l’intenzione dei singoli Stati di mettere in pratica il quadro di riferimento. Noi ci aspettiamo che l’impegno venga esplicitato dai singoli Stati”.

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