Politica: p. Costa (Aggiornamenti sociali), “il ‘metodo Francesco’ può essere una risorsa”. “Democrazie hanno bisogno di essere rifondate e rivitalizzate”

Il “metodo Francesco” può “essere una risorsa anche in ambito politico, specie dove è evidente la fatica di far fronte a situazioni e problemi nuovi con strumenti logori e obsoleti: l’esito inevitabile è lo stallo di cui anche la società e la politica italiana fanno troppo spesso esperienza”. Ne è convinto padre Giacomo Costa, direttore della rivista dei gesuiti italiani “Aggiornamenti sociali”, nell’editoriale del mese di marzo, scritto prima delle elezioni. Secondo Costa, “le nostre democrazie hanno bisogno di essere rifondate e rivitalizzate – lo ha ricordato Papa Francesco ogni volta che ha incontrato i Movimenti popolari – e per farlo serve esattamente la capacità di integrare e far dialogare le differenze”. Per quanto riguarda il “metodo Francesco”, il gesuita spiega che “non si tratta di una tattica, di una tecnica o di una teoria”; Francesco “è abitato da un approccio integrale, capace di affrontare la complessità senza rimanerne schiacciato”. “L’immagine che meglio lo traduce è quella del poliedro”, aggiunge p. Costa, rilevando che rispetto alla realtà, “abitarne la complessità richiede di procedere con il metodo del discernimento che, declinato nello spazio pubblico, diventa dialogo”. Tra i punti attorno ai quali il gesuita ha provato a declinare il “metodo Francesco” per un’agenda politica capace di “costruire una visione comune sostenibile e identificare le priorità di azione”, p. Costa individua la necessità di “riprendere in mano la riflessione sul proprio modello di sviluppo: il sistema produttivo deve adeguarsi alle novità dell’Industria 4.0 se non vuole rimanere tagliato fuori dalla competizione internazionale, mentre la lotta ai cambiamenti climatici richiede di uscire da un modello di approvvigionamento energetico fondato sui combustibili fossili. Al tempo stesso dobbiamo elaborare un nuovo patto di solidarietà intergenerazionale”. Insomma, bisogna “scommettere su un modello circolare di sviluppo”. Rispetto al reddito di cittadinanza, il gesuita rileva che “in ottica circolare il welfare e i cosiddetti ammortizzatori sociali sono chiamati a uscire da una logica assistenziale per diventare strumenti di attivazione delle risorse personali e sostegni non tanto al reddito quanto all’occupabilità”. Dopo avere esemplificato come il “metodo Francesco” potrebbe applicarsi anche al delicato tema dell’immigrazione – questione “diventata la faglia su cui si scaricano le tensioni e le conflittualità sociali” –, il gesuita invita a recuperare la dimensione dell’“amicizia sociale” più che mai necessaria in un Paese che, “come il Censis ha scoperto”, è “abitato dal rancore e dal risentimento”. “Le tossine della campagna elettorale – aggiunge – rischiano di peggiorare ancora una situazione, che invece richiede di essere presa in carico”. “Serve un cambio di paradigma nel lessico della politica e della società”. Per attuarlo, secondo il direttore di Aggiornamenti Sociali, è necessario “reintrodurre nel discorso pubblico la questione della verità, per quanto possa sembrare paradossale nell’epoca delle fake news e della post-verità”. “Senza questa base – conclude – non vi può essere né amicizia sociale, né un progetto o un bene comune, ma solo l’ossequio a un potere che si teme, o il rispetto della clausole contrattuali dettate dalla lungimiranza dell’autointeresse”.

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