Otto marzo: Svimez, “il tasso di occupazione femminile al Sud è inferiore di circa 35 punti alla media europea”

“Il numero di lavoratrici nell’Unione europea ha raggiunto un livello storicamente elevato, con un tasso di occupazione (20-64 anni) che ha raggiunto nel 2017 il 66,3%. Ma, mentre il Centro-Nord si avvicina ai livelli medi europei (61,9%), nel Mezzogiorno (34,6%) il divario con la Ue, già elevatissimo all’inizio del periodo (circa 25 punti percentuali) si è ulteriormente ampliato portandosi sopra i 30 punti”. Lo rivelano i primi risultati di uno studio sulla condizione delle donne nel Sud della Svimez, in occasione della Giornata internazionale della donna, che si celebra domani. “Tutte le regioni meridionali sono collocate in posizioni gravemente svantaggiate rispetto alle altre europee, con Puglia, Calabria, Campania e Sicilia nelle ultime quattro posizioni, con valori del tasso di occupazione intorno al 30%, di circa 35 punti inferiori alla media europea e sensibilmente distanti da quelle del Centro-Nord”, prosegue l’analisi. In effetti, “l’andamento dell’occupazione femminile meridionale ha subito un duro contraccolpo durante gli anni della crisi: in particolare tra il 2008 e il 2014 le giovani donne del Sud, tra 15 e 34 anni, hanno perso oltre 194mila posti di lavoro”. Negli anni immediatamente successivi alla recessione, “tra il 2014 e il 2017, ne hanno recuperato appena 6mila”. La ripresa, quindi, ha giovato solo alle donne dai 50 anni in su, le quali peraltro già durante la crisi non avevano perduto sostanzialmente occupazione, che si era però trasformata da rapporti a tempo pieno in part time, in gran parte involontario.

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