Otto marzo: Svimez, “al Sud tassi di fertilità sensibilmente più bassi anche per carenti servizi per l’infanzia”

“La scarsa partecipazione femminile è connessa all’incapacità delle politiche italiane di welfare e del lavoro di conciliare la vita lavorativa a quella familiare, causando anche incertezza economica e una modifica dei comportamenti sociali, tra cui la riduzione del tasso di fertilità delle italiane”. In occasione dell’8 marzo, in cui si celebra la Giornata internazionale della donna, la Svimez rende noti i primi risultati di uno studio sulla condizione delle donne nel Sud. “Nell’ultimo decennio le donne meridionali sono passate dai tassi di fertilità molto più elevati rispetto a quelle del Centro-Nord a tassi di fertilità sensibilmente più bassi: 1,3 figli per donna al Sud rispetto a 1,4 nelle regioni centrali e settentrionali”, segnala la Svimez, secondo cui “ciò è anche una conseguenza di servizi per l’infanzia offerti dalla pubblica amministrazione alquanto carenti: nel Mezzogiorno solo un terzo dei Comuni offre degli asili nido che coprono appena il 4,6% dei bambini con età inferiore ai tre anni. Regioni come Calabria e Campania li offrono addirittura a meno del 3% dei bimbi”. La copertura di asili nido pubblici al Sud, in base agli ultimi dati dell’Istat, è “attorno al 4% rispetto a un 18% nel Centro-Nord”. Per quanto riguarda la cura degli anziani, altra mansione alla quale le donne sono il più volte costrette a sopperire alla carenza di servizi adeguati, sempre in base ai dati Istat, “la spesa pro capite per gli over 65 anni è al Centro-Nord di 119 euro in un anno e al Sud di 55 euro”.

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