“Le associazioni con una forte presenza di volontarie registrano un maggior dinamismo organizzativo, una maggiore disponibilità a fare rete con altri soggetti e una più spiccata tensione etico-politica”. Lo sostiene una delle ultime ricerche del Cesvot, il Centro di servizi per il volontariato della Toscana, sull’associazionismo nella regione. Secondo Andrea Salvini, coordinatore del gruppo di ricerca, “le organizzazioni di volontariato dove la componente femminile è prevalente mostrano una più evidente combinazione dei caratteri tipici della ‘modernità’, come il dinamismo e l’innovazione, il fare rete, la vicinanza istituzionale, con quelli della ‘originarietà’, cioè la tensione etico-politica dell’azione volontaria, producendo così modelli di volontariato non polarizzati, ma armonizzati in nuove combinazioni e soluzioni”. Dalla ricerca emerge che “le donne si dedicano al volontariato con maggiore impegno rispetto agli uomini, almeno in termini di tempo”. Richiamando i dati Istat, le donne dedicano al volontariato 18,5 ore contro le 15,4 degli uomini. “Ciò nonostante le donne sono solo il 45% di chi fa volontariato, pur essendo il 52% della popolazione sopra i 14 anni”. Il Cesvot segnala anche che “in Toscana su 280 associazioni, che promuovono servizi e attività a sostegno delle donne, sono 80 le associazioni di donne”. “Si va da quelle più ‘classiche’ che sostengono la maternità alle associazioni che si occupano di diritti e integrazione culturale, da quelle che promuovono la salute e supportano le donne nei percorsi di malattia alle associazioni che, nate dal movimento femminista, offrono servizi di assistenza legale e psicologica, corsi di formazione, gruppi di lettura e scrittura, fino ad arrivare ai centri antiviolenza”. Proprio questi ultimi in Toscana sono 24. Secondo l’ultimo rapporto sulla violenza di genere nella regione, da giugno 2016 a luglio 2017 sono state 3mila le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza toscani.