Donne e consumi: Eurispes, dopo crisi inversione tendenza. Al primo posto prodotti alimentari. A spendere meno le lavoratrici a partita Iva

Sono le donne e le loro abitudini di spesa a tracciare un futuro diverso dei consumi. Lo rivela un’indagine di Eurispes, diffusa oggi alla vigilia della Giornata della donna, secondo la quale, “dopo un lungo periodo di crisi, i comportamenti delle donne indicano un’inversione di tendenza con un incremento della spesa rispetto agli ultimi anni sia per i beni di prima necessità e per le spese mediche sia per soddisfare bisogni più voluttuari”. I prodotti alimentari occupano il primo posto: il 45% delle donne ha dichiarato di aver impiegato maggiori risorse finanziarie per comprare cibo; ad aver speso di più sono le cittadine del Nord-Ovest e delle Isole. Un’altra voce rilevante riguarda le spese mediche: in controtendenza rispetto ai dati degli ultimi anni, oltre il 38% delle donne ha dedicato alle cure per la salute maggiori risorse. Più di tre su dieci hanno dichiarato di aver usato maggiormente l’automobile e il 27,8% ha assaporato più spesso buon cibo fuori casa, il 25,7% ha dedicato più risorse finanziarie al tempo libero, il 22,3% si è concessa più viaggi e vacanze. A trainare questo tipo di spesa sono soprattutto le fasce giovani tra i 18 e i 24 anni e tra i 25 e i 34 anni. Il dato interessante è che a spendere di meno e a dover affrontare maggior difficoltà economiche sono le donne che lavorano con partita Iva: solo il 16% infatti si è concesso questo tipo di investimento, rispetto al 35,3% di chi ha un contratto a tempo determinato e al 34,3% delle donne che hanno un contratto di lavoro atipico.

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