Violenza e stereotipi di genere: Terre des Hommes, “una ragazza su tre delle intervistate denuncia di aver subito atti di bullismo sulla propria pelle”

C’è “una certa consapevolezza sui rischi della propria condotta on line che può far cadere, per esempio, in trappole altrettanto pericolose come il grooming (l’adescamento online, da parte di adulti, di minori con lo scopo di commettere atti sessuali o a carattere pornografico) e il revenge porn (la pubblicazione di foto o video intimi e pedopornografici sul web, posta in essere generalmente dopo la fine di una relazione sentimentale o affettiva, a scopo di vendetta e che vede colpite soprattutto ragazze per mano dei loro ex partner)”. Lo rivelano i dati diffusi in anteprima dell’Osservatorio sulla violenza e gli stereotipi di genere di Terre des Hommes, realizzato in collaborazione con la Community ScuolaZoo per la Campagna Indifesa. “Vedere le proprie foto intime circolare on sessline o su cellulari altrui senza il proprio consenso viene considerato altrettanto grave e doloroso quanto subire una violenza fisica per il 94,3% delle ragazze. Ed è grazie a questo appiglio alla realtà che alla domanda se ‘ciò che succede su internet è reale e non virtuale’, ben il 71% delle ragazze risponde di essere d’accordo”, precisa Terre des Hommes.
E ancora: “Una ragazza su tre delle intervistate denuncia di aver subito atti di bullismo sulla propria pelle e quasi 2 su 3 (58,1%) delle ragazze afferma di aver assistito ad atti di bullismo/cyberbullismo. Solo il 6,2% però ammette di averli compiuti su propri coetanei”. Come forma di discriminazione peggiore che subiscono le donne “la stragrande maggioranza (85,4%) indica sicura le molestie sessuali o la violenza”. Alla domanda diretta se hanno mai subito molestie o violenze, “quasi il 12% delle ragazze ha risposto di sì, mentre la percentuale scende al 4,36% quando si chiede se la violenza sia stata perpetrata dal proprio ragazzo”.
Gli stereotipi, poi, sono ancora presenti per una quota per nulla marginale delle intervistate: “Secondo il 15%, infatti, una ragazza che veste in modo provocante la violenza ‘se la va a cercare’. Il 17,5% pensa che debba essere l’uomo a dirigere e a mantenere la famiglia e il 23,2% ritiene che il ruolo principale della donna debba essere quello di madre. E, infine, il 20,3% pensa che una mamma lavoratrice non possa dedicarsi ai figli come dovrebbe”. Lo scoglio principale risulta essere ancora una volta la cultura, che costringe le donne ad essere spesso “vittime” di loro stesse. A confermare ciò è anche il modo di concepire la coppia che, ancora oggi, viene vista come un mondo a parte. “Ben il 30,1% di giovanissime, infatti, ritiene che quello che succede all’interno di una coppia sia un fatto privato e nessuno ha il diritto di intromettersi”.

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