Otto marzo: Commissione Ue, le azioni per la parità di genere in Europa e nel mondo

(Bruxelles) In vista della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo, la Commissione Ue emette oggi un’ampia dichiarazione. Vi si ribadisce che la parità tra uomo e donna è un valore irrinunciabile per l’Ue; d’altro canto le differenze, sul piano dei diritti, delle responsabilità pubbliche, delle remunerazioni, restano evidenti. “E dobbiamo essere d’esempio: al febbraio 2018 – vi si legge – il numero delle donne che occupavano ruoli dirigenziali nella Commissione europea ha raggiunto il 36% rispetto all’11% al momento del nostro insediamento, nel novembre 2014. Il presidente Juncker si è impegnato a raggiungere il 40% entro il 31 ottobre 2019, al termine del nostro mandato”. “In tutti gli aspetti di tutte le nostre politiche, sia all’interno dell’Ue che nell’azione esterna, siamo inoltre coerenti nel promuovere la parità di genere e l’emancipazione femminile. La nostra politica contribuisce all’attuazione globale efficace degli obiettivi di sviluppo sostenibile e dell’agenda sulle donne, la pace e la sicurezza”.
Quest’anno, infatti, le Giornate europee dello sviluppo si concentreranno sul ruolo fondamentale delle donne e delle ragazze nello sviluppo sostenibile e sulla loro equa partecipazione e leadership in tutti gli aspetti della vita. Inoltre, quest’anno l’Ue ha assunto la leadership dell’iniziativa “Call to Action for Protection Against Gender-Based Violence” (Appello ad agire per la protezione contro la violenza di genere), in cui oltre 60 Paesi e organizzazioni sono impegnati a garantire che la violenza di genere sia affrontata nelle crisi umanitarie. L’Unione europea “assiste in tutto il mondo le donne e le ragazze migranti o sfollate che sono vittime di violenza, ad esempio attraverso l’iniziativa Spotlight, o che sono escluse dall’istruzione, dall’accesso equo ai servizi di pianificazione sanitaria e familiare, dal mercato del lavoro e dalla vita politica più in generale”. Nel mondo, spiega la Commissione, oltre 15 milioni di bambine in età scolare non vanno a scuola: l’Ue “contribuisce pertanto a migliorare l’accesso all’istruzione in Africa, America latina, Medio Oriente e Sud-Est asiatico”. La parità di genere “non è solo una questione di equità e giustizia in Europa, ma è anche una necessità se si vogliono conseguire pace, sicurezza, sviluppo, prosperità economica e crescita in ogni parte del mondo.
Investire nel potenziale di donne e ragazze significa investire nella società nel suo complesso e gli uomini e i ragazzi ne sono responsabili quanto le donne e le ragazze”. L’8 marzo la Commissione proclamerà le dodici finaliste del premio dell’Ue per le donne innovatrici. Il 5 e il 6 giugno prossimi, la Commissione organizzerà le Giornate europee dello sviluppo che saranno dedicate alle donne e alle ragazze in prima linea nello sviluppo sostenibile.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy