Migrazioni: Rowlands (Icmc), “organizzazioni cattoliche possono svolgere ruolo cruciale nelle politiche”

Le organizzazioni cattoliche che lavorano con i migranti, quando sono in grado di influenzare il dibattito pubblico, “possono svolgere un ruolo cruciale”. Ne è convinta Anna Rowlands, docente di teologia e religione alla Durham University, nel suo discorso programmatico fatto oggi a Roma alla plenaria della Commissione internazionale cattolica sulle migrazioni (Icmc), organismo che ha sede a Ginevra e riunisce i rappresentanti degli episcopati e delle organizzazioni cattoliche impegnate con migranti e rifugiati. Secondo Rowland, le organizzazioni cattoliche devono “sfidare le basi della politica pubblica” sui temi che riguardano migranti e rifugiati “sfidando il sistema a perseguire autentici beni individuali, pubblici e comuni attraverso il diritto”. “Il populismo ci insegna che non è possibile comprendere l’intera gamma di beni che contano per le persone nella vita di tutti i giorni – ha osservato -: sia se la popolazione è stabile, sia se è in movimento. Non abbiamo meccanismi per impegnarci bene nei confronti di queste perdite ordinarie del bene che creano rabbia e risentimento, depressione e disimpegno. La nostra tradizione della dottrina sociale della Chiesa orientata al bene ci offre un linguaggio per dialogare sul senso di ciò che è stato perso ed è minacciato e sulle visioni del bene (individuale, pubblico, comune) che desideriamo perseguire. Bisogna dialogare tra comunità che accolgono e migranti, classi sociali, Paesi”. La tradizione della dottrina sociale sul tema delle migrazioni, ha proseguito, “sottolinea che gli Stati devono fare di più, ma che gli Stati non saranno mai in grado di realizzare la visione completa del Vangelo nei confronti del dovere verso i migranti. Ciò richiede una cultura dell’incontro, dell’accompagnamento, del dialogo e dell’ospitalità e una crescente resistenza alle forze ostili: richiede l’amore come parte della creazione della giustizia”. Rowlands ha poi ricordato che Papa Francesco “ci incoraggia a sfidare l’approccio a corto termine in campo umanitario e nelle politiche pubbliche”.

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