Migranti: card. Parolin (Santa Sede), “dissipare pregiudizi e paure infondate, no a cultura dello scarto e del rifiuto”

“Uno degli impegni difficili che si prospettano più urgenti e richiesti oggi proprio quello di lavorare perché avvenga” un “cambio di atteggiamento, abbandonando la cultura dominante ‘dello scarto’ e del rifiuto” nei confronti dei migranti e rifugiati”. Lo ha detto oggi a Roma il cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, aprendo i lavori dell’Assemblea plenaria della Commissione internazionale cattolica per le migrazioni (Icmc) in corso dal 6 all’8 marzo. Papa Francesco ci ricorda che “è necessario un cambio di atteggiamento verso i migranti e rifugiati da parte di tutti – questa la citazione del card. Parolin -; il passaggio da un atteggiamento di difesa e di paura, di disinteresse o di emarginazione – che, alla fine, corrisponde proprio alla ‘cultura dello scarto ’ – ad un atteggiamento che abbia alla base la ‘cultura dell’incontro’, l’unica capace di costruire un mondo più giusto e fraterno, un mondo migliore”. Si tratta di “un lavoro d’informazione e di sensibilizzazione – ha precisato – nel quale la vostra Commissione può aiutare la Chiesa cattolica a dissipare tanti pregiudizi e paure infondate che riguardano l’accoglienza degli stranieri e – senza nasconderci l’impegno che l’accoglienza richiede sotto molti aspetti – diffondere una percezione equilibrata e positiva della migrazione”. La Commissione internazionale cattolica per le migrazioni, con sede a Ginevra, è nata nel 1951 a seguito degli sconvolgimenti causati dalla II guerra mondiale, per volontà del Papa Pio XII, che l’aveva voluta per far fronte al massiccio spostamento di rifugiati, come organismo cattolico internazionale di informazione, di coordinamento e di rappresentanza per le migrazioni. Negli anni, ha osservato il card. Parolin, “si è distinta per la sua azione concreta e per la competenza professionale del suo personale, intessendo rapporti con diversi organismi e istituzioni di diverso grado”, tra cui “i governi e la società civile, le istituzioni umanitarie e quelle preposte alla sicurezza, le organizzazioni cattoliche e quelle appartenenti ad altre denominazioni cristiane o che non s’identificano con un’appartenenza religiosa, ma intendono operare per il bene dei migranti”. “È un’esperienza concreta ed esperta di dialogo che, mi auguro, possa continuare ed estendersi – ha auspicato -, per creare e sostenere quella rete di solidarietà, l’unica che può rispondere alle grandi urgenze attuali e, insieme, garantire l’attuazione delle intese di cui si sente grande necessità a livello internazionale”. In questa Assemblea saranno cambiati i membri del Comitato direttivo e nominato un nuovo presidente.

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