Chiesa in uscita: mons. Galantino, “impedisce di lasciarsi prendere da un pessimismo sterile”

“Uscire per non essere irrilevanti, uscire per capire chi ci sta dall’altra parte, uscire per capire come la pensa chi sta dall’altra parte. Non per adeguarci, ma per adeguare il linguaggio, adeguare la sensibilità e per ridefinire le priorità”. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, che ieri sera, nella chiesa di San Salvatore in Lauro, a Roma, ha tenuto una conferenza sull’Evangelii Gaudium, dal titolo “Chiesa in uscita. Slogan o conversione del cuore?”. “Purtroppo, quando ci sottraiamo a questo esercizio di conoscenza e di discernimento sul presente finiamo per organizzare risposte a domanda che mai nessuno ci ha rivolto e investiamo energie in direzioni sbagliate”, ha spiegato il presule secondo cui “è evidente che essere ‘Chiesa in uscita’ è una proposta esigente”. “Essa domanda quella fiducia del cuore e della mente che impedisce di lasciarsi prendere da un pessimismo sterile – ha aggiunto -. Domanda lo sguardo di chi riconosce che negli strati della società ci sono molti segni della sete di Dio rispetto ai quali c’è bisogno di persone di speranza”. Secondo mons. Galantino, “l’esperienza ecclesiale alla quale il Papa non si stanca di richiamarci con quella espressione ‘Chiesa in uscita’ è una esperienza ecclesiale viva, propositiva, cordiale”. “Dobbiamo convincerci che il ponte attraverso il quale passano certi contenuti e, soprattutto i contenuti del Vangelo – ha sottolineato -, è la relazione. Non è la creazione di muri, non è la contrapposizione”. Il presule ha indicato anche “il grande nemico della ‘Chiesa in uscita’, cioè la voglia di autopreservarsi o di creare barricate per difendere strutture valide in un altro contesto socio-culturale ma incapaci di comunicare e testimoniare in maniera efficace oggi”. “La riforma delle strutture di una ‘Chiesa in uscita’ esige la conversione pastorale – ha spiegato -; richiede che esse diventino sempre più missionarie, che la pastorale ordinaria, in tutte le sue istanze, sia più espansiva e aperta, ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di uscita e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy