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Bosnia-Erzegovina: “nella Repubblica serba i cattolici stanno scomparendo”. Mons. Tomasevic (Conferenza episcopale), “tema che richiede coraggio”

“I cattolici nella Repubblica serba”, una delle due entità del Paese balcanico, “stanno scomparendo. In alcune parrocchie dove prima c’erano migliaia di fedeli, oggi non c’è nessuno”. Lo afferma Miljenko Anicic, direttore dell’Accademia europea presso la diocesi di Banja Luka, dove il 3 marzo si è svolta la tavola rotonda sul tema “I croati-cattolici nell’entità della Repubblica serba nella Bosnia-Erzegovina: situazione e prospettive”. Secondo Anicic, a questa situazione si è arrivati non solo “a causa della guerra e della pulizia etnica continuata anche dopo la fine del conflitto, ma grazie a una mirata estinzione della popolazione croata”. A rischio di scomparire sono altre 15 parrocchie, alcune rimaste con meno di dieci parrocchiani. “Per parlare di questo argomento ci vuole coraggio”, ha affermato mons. Ivo Tomasevic, segretario generale della Conferenza episcopale della Bosnia-Erzegovina, che ha confermato l’allarmante statistica: da 50mila cattolici della diocesi di Sarajevo, oggi sono rimasti soltanto 760. “Non è stata realizzata nessuna strategia per far tornare gli sfollati nelle loro case, anzi sembra che lo scopo fosse proprio ostacolare il loro ritorno”. Nel suo intervento, l’esperto Frano Piplovic ha presentato diversi aspetti del problema sottolineando il fatto che l’accordo di Dayton non ha risolto il problema degli sfollati e, nonostante le garanzie, mancano le condizioni per un loro ritorno. I partecipanti alla tavola rotonda hanno rilevato il ruolo costruttivo in questi anni della Chiesa cattolica.

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