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“Non limitiamoci a ripiegarci in atto di pietà su questo Sepolcro. Non ripieghiamoci su noi stessi, sui nostri problemi, sulle nostre piccole o grandi speranze umane. Non fondiamo il nostro futuro sulle nostre risorse e sulle nostre strategie. Noi costruiamo inutili strutture ecclesiali o pastorali o chissà che altro. Non si parte da li. Vorrei tanto che questa Pasqua ci renda capaci di quello sguardo nuovo su noi stessi e le proprie storie, lo sguardo di chi ha incontrato il Signore e la sua salvezza”. Lo ha detto l’amministratore apostolico di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, celebrando oggi al Santo Sepolcro a Gerusalemme, la veglia di Pasqua. “Il cristianesimo non porta nulla di nuovo ma legge, vede in modo completamente nuovo la realtà del mondo, lo interpreta diversamente. I cieli e terra nuovi – ha spiegato l’amministratore apostolico – sono in realtà quelli di sempre, ma diventano nuovi, perché chi li vede è nuovo. E diventa nuovo chi sa accogliere l’amore che si dona, sa accogliere Cristo nostra Pasqua. Vorrei tanto che questa Pasqua faccia per noi questo miracolo. Non che risolva i nostri problemi umani e risolva tutte le nostre piccoli o grandi attese e speranze. Probabilmente, dopo queste celebrazioni il mondo resterà esattamente come lo abbiamo trovato qualche giorno prima. Vorrei tanto che questa Pasqua ci renda capaci di quello sguardo nuovo su noi stessi e le proprie storie, lo sguardo di chi ha incontrato il Signore e la sua salvezza”.