Passione del Signore: p. Cantalamessa, Giovanni “testimone oculare”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Giovanni, “testimone oculare” della passione di Gesù. È il tema dell’omelia pronunciata da padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, durante la celebrazione della Passione del Signore presieduta questo pomeriggio dal Papa nella basilica di San Pietro. “Sul Calvario, ai piedi della croce, c’era la madre di Gesù e, accanto a lei, ‘il discepolo che Gesù amava’. Abbiamo un testimone oculare!”, ha esordito Cantalamessa, spiegando che Giovanni aveva visto “non solo quello che accadeva sotto lo sguardo di tutti. Nella luce dello Spirito Santo, dopo la Pasqua, ha visto anche il senso di quello che era accaduto: che in quel momento veniva immolato il vero Agnello di Dio e si compiva il senso della Pasqua antica; che Cristo sulla croce era il nuovo tempio di Dio, dal cui fianco, come aveva predetto il profeta Ezechiele, sgorga l’acqua della vita; che lo spirito che egli emette al momento della morte da inizio alla nuova creazione, come ‘lo spirito di Dio’, aleggiando sulle acque, aveva trasformato all’inizio il caos nel cosmo. Giovanni, ha capito il senso delle ultime parole di Gesù: ‘Tutto è compiuto”. “Ma perché – si è chiesto il religioso – questa illimitata concentrazione di significato sulla croce di Cristo? Perché questa onnipresenza del Crocifisso nelle nostre chiese, sugli altari e in ogni luogo frequentato da cristiani?”. Cantalamessa ha contestato l’interpretazione per cui Dio si rivela “sub contraria specie”, cioè “sotto il contrario di quello che egli è in realtà: rivela la sua potenza nella debolezza, la sua sapienza nella stoltezza, la sua ricchezza nella povertà…”. Questa chiave di lettura, ha spiegato, “non si applica alla croce”: “Sulla croce Dio si rivela ‘sub propria specie’, per quello che egli è, nella sua realtà più intima e più vera. ‘Dio è agape’, scrive Giovanni , amore oblativo, e soltanto sulla croce diviene manifesto fin dove si spinge questa infinita capacità di auto-donazione di Dio”.

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