Pasqua: mons. Manenti (Senigallia), quella di “di quest’anno sia veramente ‘buona’ per tutti, soprattutto per quelli che faticano ad avere una speranza forte”

“A risuscitare Gesù non sono le speranze dei discepoli né i profumi delle donne, nemmeno le attese degli uomini, ma è il Padre di Gesù, che riconosce che quanto Gesù ha detto e compiuto con la sua esistenza, soprattutto con la sua morte in croce, parla di Lui, come di un Dio che non vuole essere risarcito dagli uomini che con i loro peccati lo hanno offeso, ma che desidera riavere accanto a sé i figli che se ne sono andati dalla casa del suo amore, che per questo non ha mai smesso di cercarli e ha accettato che il Figlio amatosi spingesse fin dove stanno loro – lontani da Dio – (questo rappresenta la morte in croce) per riportarli dove sta Lui, nella casa del Padre”. Lo scrive mons. Franco Manenti, vescovo di Senigallia, nel suo messaggio per Pasqua. “Il giorno di Pasqua ci augureremo a vicenda una ‘buona Pasqua’, una Pasqua cioè che rappresenti una buona ragione per continuare a investire sulla nostra vita, che di questi tempi, non sempre autorizza tante speranze”, afferma il presule che spiega: “La buona ragione è data dal fatto che Gesù non è rimasto in quel sepolcro come un morto da onorare con i profumi del nostro amore, della nostra fede, certamente sinceri, ma spesso fragili e impacciati, inquinati dalle nostre paure, ma ne è uscito per incontrarci, per dire anche a noi come alle donne e ai discepoli di allora di non temere, per far tornare ad ardere di speranza e di gioia il nostro cuore come il cuore dei due discepoli delusi, intercettati sulla strada per Emmaus, per aprire i nostri occhi perché lo riconosciamo accanto a noi nei diversi percorsi della vita, come ha aperto gli occhi ai due discepoli nella locanda di Emmaus”. Di qui l’augurio che “la Pasqua di quest’anno sia veramente ‘buona’ per tutti, soprattutto per quelli che faticano ad avere una speranza forte e rassicurante per la loro esistenza o, addirittura, l’hanno smarrita, abbandonata nel ‘sepolcro’ delle delusioni, delle paure, delle sconfitte e delle prove della vita”.

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