Messa crismale: mons. Boccardo (Spoleto-Norcia), no alla “tentazione individualistica”. “Essere prete ed esserlo da solo è una contraddizione in termini”

“Il Signore ci domanda di non fondare i nostri progetti parrocchiali e diocesani sulle sole nostre forze, sempre e in ogni modo insufficienti; tutto ciò che mettiamo in atto deve essere fondato sulla fede in Colui che tutto può: con Lui, come ci ricorda Papa Francesco, possiamo vivere il compito esaltante di annunciare a tutti il Vangelo della gioia; con Lui possiamo affrontare serenamente e senza paura le sfide pastorali che ci vengono dal radicale cambiamento di epoca in cui siamo immersi”. Lo ha detto, ieri sera, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, nell’omelia della Messa crismale, in cattedrale. “Specialmente per noi sacerdoti, anche se non esclusivamente, si fa pressante più che mai la chiamata all’unità nella carità, che ci rende una cosa sola con Cristo e tra noi”, ha sottolineato il presule, mettendo in guardia dalla “tentazione individualistica”, che “s’insinua sempre nel tessuto umano, ecclesiale e pastorale”: “Anche il prete più geniale, se non è inserito vitalmente in un presbiterio e in una Chiesa locale, come può far sentire che il Crisma con cui è stato unto è diventato germe di fecondità? Potrà anche fare cose mirabolanti; quando però se ne sarà andato (perché prima o poi tutti si parte) rimarrà forse la nostalgia dei suoi fuochi d’artificio, ma non avrà iscritto nella vita delle persone il volto di Cristo”. “Non si può essere prete da solo, non si può rendere rancido il Sacro Crisma, perché non si può essere testimone della salvezza in proprio. Essere prete ed esserlo da solo è una contraddizione in termini”, ha avvertito l’arcivescovo.

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