Tensione Serbia-Kosovo: Krastev (analista), “sembra che il passato ritorni, nazionalismo fattore principale della politica”

Marco Djuric

“La tensione tra Serbia e Kosovo è costante ma negli ultimi tempi sembra che il passato ritorni e il nazionalismo tende a trasformarsi in un fattore principale della politica”. È il commento di Nikolay Krastev, esperto di questioni balcaniche e giornalista di Bloomberg Tv Bulgaria, rilasciato al Sir dopo l’ennesimo episodio contradditorio tra Belgrado e Pristina. Si tratta dell’arresto del capo dell’Ufficio per il Kosovo del governo serbo, Marco Djuric, avvenuto il 26 marzo. L’ufficiale serbo era giunto a Mitrovica nord nonostante la comunicazione di Pristina che la sua presenza non era gradita. Poco dopo Djuric è stato rilasciato ed espulso dal territorio kosovaro. Immediata la reazione serba del presidente Alexander Vucic in difesa del rappresentante di Belgrado, sostenendo che Djuric aveva comunicato per tempo la sua presenza a Pristina. “Non è la prima volta che Djuric riceve un divieto di andare in Kosovo – afferma Krastev – ma questa volta le autorità di Pristina hanno deciso di reagire duramente, anche esponendo alla pubblica umiliazione il capo serbo dell’Ufficio per il Kosovo, trattandolo come un criminale”. “Si sentono anche delle voci che sospettano però – ammette – che si tratti di una messa in scena prefabbricata per aumentare l’influenza patriottica dei rispettivi leader della Serbia e del Kosovo”. L’analista spiega che il problema nasce dal fatto che l’accordo di Bruxelles che dovrebbe regolare le visite ufficiali dei rappresentanti serbi è ambiguo. In seguito alla vicenda l’Alto rappresentante dell’Ue Federica Mogherini si è recata per una visita-lampo a Belgrado. “Purtroppo l’Ue non ha molte possibilità per effettuare una reale pressione sia su Kosovo che sulla Serbia”, afferma Krastev.

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