Reddito di inclusione: in tre mesi erogati benefici a 110mila famiglie. Gli aiuti maggiori al sud e a famiglie numerose

“Nel primo trimestre 2018 sono stati erogati benefici economici a 110mila nuclei familiari raggiungendo 317mila persone”. Lo si legge nella Presentazione dell’osservatorio statistico sul reddito di inclusione, resa nota oggi da Tito Boeri, presidente Inps, in collaborazione con il ministero del Lavoro. “La maggior parte dei benefici vengono erogati nelle regioni del sud (72%)”, spiega il report. “Campania, Calabria e Sicilia sono le regioni con maggiore numero assoluto di nuclei beneficiari (insieme rappresentano il 60% del totale dei nuclei e il 64% de totale delle persone coinvolte)”. Il Reddito di inclusione (ReI) è una misura di contrasto alla povertà dal carattere universale, condizionata alla valutazione della condizione economica. Dal 1° gennaio 2018 il ReI ha sostituito un’altra misura di contrasto alla povertà, il Sia (Sostegno per l’inclusione attiva). Il ReI si compone di due parti: un beneficio economico, erogato mensilmente; un “progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa volto al superamento della condizione di povertà, predisposto sotto la regia dei servizi sociali del Comune”. Boeri ha spiegato che, “cumulando il Sia, il ReI e le misure regionali di contrasto alla povertà abbiamo raggiunto quasi 900mila persone. Possiamo dire che in Italia un reddito minimo c’è”.
Il premier Paolo Gentiloni ha subito fornito un suo commento: “Il fatto che si siano assunte misure strutturali è importante. Dopo tre mesi, un periodo brevissimo, si può dire che il ReI funziona. Sappiamo che dal primo luglio vedrà aumentare la platea sia per nuclei che per persone e non stiamo parlando di buone intenzioni”. Gentiloni ha poi ricordato l’importanza della necessaria continuità da assicurare ai provvedimenti che contrastano la povertà. “Il Paese – ha detto – non può permettersi una fiera delle velleità che ci porterebbe fuori strada”.
Tra le evidenze dell’Osservatorio statistico sul Reddito di inclusione emerge che “alcune regioni (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Puglia) fanno registrare un numero di nuclei percettori allo stato attuale relativamente contenuto in virtù del fatto che hanno misure regionali integrative del ReI”. Osservando il fenomeno in termini relativi rispetto alla popolazione residente le stesse regioni si confermano quelle con maggiore incidenza di persone coinvolte (rispettivamente 173, 135 e 150 ogni 10mila abitanti).
Nel documento presentato da Boeri si legge ancora: “L’importo medio mensile, pari a 297 euro, risulta variabile a livello territoriale, con un range che va da 225 euro per i beneficiari della Valle d’Aosta a 328 euro per la Campania”. Complessivamente le regioni del Sud hanno un valore medio del beneficio più alto di quelle del Nord (+20%) e del Centro (+14%). “L’importo medio varia sensibilmente, per costruzione della misura, per numero dei componenti il nucleo familiare, passando da 177 euro per i nuclei monocomponenti a 429 euro per i nuclei con 6 o più componenti”.
Analizzando la composizione dei nuclei percettori del Reddito di inclusione, risulta che sono 57mila i nuclei con minori che rappresentano il 52% dei nuclei beneficiari, coprondo il 69% delle persone interessate. “Diversamente, sono 21500 i nuclei con disabili”.

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