Via Crucis al Colosseo: nei testi degli studenti del liceo romano “Albertelli” l’interiorità dei giovani

“Fa’ che noi giovani possiamo portare a tutti il tuo messaggio di umiltà e che le generazioni future aprano gli occhi verso di te e sappiano comprendere il tuo amore. Tu parli sempre con umiltà e arrivi dritto al cuore”. Lo scrivono gli studenti del liceo classico di Roma “Albertelli” nelle meditazioni per la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo, affidate loro da Papa Francesco. Nei testi delle quattordici stazioni, presentati da VaticanNews, i giovani autori, coordinati dal professor Andrea Monda, immaginano di essere testimoni oculari della Passione di Cristo. “Ti vedo, Gesù, coronato di spine, schiacciato sotto il peso della croce, mentre cadi per la terza volta, spogliato di tutto”. Il commento all’ottava stazione definisce le sue “parole concrete e dirette” che “a primo impatto possono apparire dure e severe perché schiette”, mentre oggi “siamo abituati a un mondo fatto di giri di parole”. “Una fredda ipocrisia vela e filtra ciò che vogliamo realmente dire; gli ammonimenti si evitano sempre di più, si preferisce lasciare l’altro al proprio destino, non curandosi di sollecitarlo per il suo bene”. Mentre Gesù parla “alle donne come un padre, anche rimproverandole”. Le sue parole “sono parole di verità e arrivano immediate con il solo scopo della correzione, non del giudizio”. Uno sguardo a duemila anni fa ma con i piedi nel presente. Così la vita di Cristo è riferimento per le esperienze vissute dai ragazzi ogni giorno. “Quante volte mi sono ribellata e arrabbiata contro gli incarichi che ho ricevuto, che ho avvertito come pesanti o ingiusti. Tu non fai così – scrivono Maria Tagliaferri e Agnese Brunetti, le due autrici della seconda stazione rivolgendosi a Cristo – sei docile, e prendi sul serio quello che la vita ti offre”. Le cadute di Cristo diventano riferimento nei fallimenti della vita quotidiana. “I fallimenti e le cadute non devono mai arrestare il nostro cammino”, “abbiamo sempre una scelta: arrenderci o rialzarci”.

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