Missionari martiri: don Autuoro (Missio), siamo “chiamati alla vita” nella “quotidiana testimonianza di una fede vissuta nella carità e amicizia”

Mons. Autuoro ritratto nella sede della Fondazione Missio (Foto Missio)

Siamo “chiamati alla vita. Alla vita vera naturalmente, la vita della Grazia secondo lo Spirito Santo, la vita di coloro che nel battesimo si immergono nella morte di Cristo per risorgere con lui come “nuova creatura”. Lo afferma don Michele Autuoro, direttore della Fondazione Missio (organismo pastorale della Cei), in occasione della 26ª Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri che si celebra oggi, 24 marzo. Don Autuoro spiega anche il significato dell’immagine scelta per accompagnare questa ricorrenza: i resti di un antico battistero, quello della chiesa di Shivta nel deserto del Negheb. Un’immagine “che richiama il senso profondo della rigenerazione in Cristo attraverso l’immersione di tutta la persona nell’acqua battesimale”. A questa “vita”, aggiunge il direttore della Fondazione Missio, “sono chiamati non solo i martiri, nella loro suprema testimonianza del più grande amore, quello di dare la propria vita per quelli che si amano, ma anche tutti e ciascuno di noi nella quotidiana testimonianza di una fede vissuta nella carità e amicizia verso quanti sono privati, ovunque nel mondo, di una vita in pienezza”. Don Autuoro annuncia anche che anche quest’anno, come da tradizione, “in occasione della Giornata viene proposto un Progetto di solidarietà universale da realizzare nella Repubblica Centrafricana a beneficio delle donne che frequentano il Centro di Promozione della Donna nella parrocchia di St. Jacques de Kpètènè, nell’arcidiocesi di Bangui, affidato alla Congregazione delle suore figlie di Maria missionarie”.

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