Mafia: mons. Russotto (Caltanissetta), “viviamo sotto un regime di intimidazione e paura, dal cuore di ciascuno parta una rivoluzione silenziosa”

“Noi viviamo, in Sicilia in modo particolare, sotto questo regime di intimidazione e di grande paura. Questo regime genera non uomini e donne liberi, non coscienze critiche, non voci capaci di farsi sentire, ma persone piatte, grigie, tiepide, che preferiscono abdicare dalla loro dignità e dalla loro coscienza piuttosto che perdere l’eventuale possibilità di scalare un gradino, seppur di un centimetro, più alto, nella propria carriera”. Lo ha detto il vescovo di Caltanissetta, mons. Mario Russotto, nell’omelia pronunciata durante la Messa che ha celebrato nei giorni scorsi all’ospedale Sant’Elia. “È triste constatare che anche le più alte strutture di servizio sono invece jungle di potere – ha aggiunto -, come può essere, per esempio, un’azienda sanitaria o un ospedale, come può essere un Consiglio comunale, dove si dovrebbe cercare l’interesse dei cittadini”. Costatazioni alle quali sono seguite parole di speranza. “La lezione che Gesù a Pasqua ci dà è quella di una rivoluzione silenziosa, che parte dal cuore di ciascuno: perché Dio è in lacrime finché anche una sola persona non ha ritrovato la sua dignità, la sua libertà, finché una sola persona vive ancora in un regime di animalità e non di umanità”. Durante un’altra celebrazione presieduta con gli studenti in cattedrale, il vescovo li ha invitati a “pensare con la loro testa”. “Siamo in una società che sempre più violenta le coscienze, suscita bisogni inutili e cerca di creare una sorta di omologazione per un marchio che va bene a tutti. E le prime vittime di questa omologazione e di questo dominio del pensiero unico siete proprio voi, giovani”. Ma in passato “i giovani hanno coltivato nel cuore ideali alti, hanno avuto il coraggio di ribellarsi a questa anestesia della coscienza, a questa droga del pensare chinando il capo ai potenti, hanno osato rifiutarsi di salire sul carro dei vincitori di turno”. “Oggi non ci sono grandi stragi, non ci sono assassini eccellenti – ha aggiunto il presule -, perché la mafia ha capito che bisogna uccidere le coscienze, che bisogna corrompere i giovani e tenerli al traino, illudendoli di essere davvero furbi”. Da qui l’invito del vescovo ai ragazzi: “Non vendete la vostra coscienza, non abdicate dalla vostra libertà e non mettete sul mercato la vostra dignità, perché diversamente tradirete voi stessi”.

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