Diocesi: card. Montenegro (Agrigento), “il nostro territorio ha bisogno di occhi buoni, che sanno anche piangere”

“Teniamoci a quella croce e sappiamo che saremo sostenuti. Guardiamo attraverso quella croce e sappiamo che c’è una luce che splende; è la luce della Pasqua. Se noi sapremo stare dalla sua parte, sapremo raccogliere anche il grido degli altri, sapremo farci compagni”. Lo ha detto ieri sera l’arcivescovo di Agrigento, card. Francesco Montenegro, concludendo con una riflessione nella chiesa di San Domenico la Via Crucis, che ha guidato per le strade della città. “Non si conclude la Via Crucis perché purtroppo la storia del Cristo sulla croce continua. La croce è passata per le nostre strade e ha raccolto le lacrime, le sofferenze, le paure, i gridi, le delusioni di tanta gente – ha aggiunto il cardinale -. Ha raccolto la solitudine degli anziani, la sofferenza di tanti bambini che non vivono più l’amore familiare. Ha raccolto la non speranza di tanti giovani che non sanno e non possono guardare al futuro”. Dall’arcivescovo l’invito ai fedeli a non chiudere gli occhi, ma “a tenerli aperti e guardare a la croce e gli occhi del Cristo”. “Sono occhi – ha detto – lucidi, rigati dalle lacrime, occhi di un uomo che soffre. Però in quegli occhi si può leggere anche la dolcezza del perdono e dell’amore per tutti”. “Il nostro territorio ha bisogno di occhi buoni, ha bisogno di occhi che sanno anche piangere”. Citando Papa Francesco, infatti, il card. Montenegro ha ricordato che “chi non sa piangere non sa amare”. “Chiediamo al Signore – ha concluso – che ci dia dei buoni occhi che sappiano guardare in alto e lontano ma anche chi è a terra. La croce ci dice che nessuno è solo. È una storia da continuare, una bella storia; il Signore chiede a noi di essere quelli che continuano a scriverla e a scriverla con la penna dell’amore”.

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