Salute: don Angelelli (Cei), “cura della malattia e dell’ammalato devono procedere di pari passo”

“Occorre avere rispetto del credo del paziente: la cura della malattia e dell’ammalato devono procedere di pari passo”. Lo ha affermato oggi don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, intervenendo all’Università di Salerno al convegno dei Medici cattolici su “La formazione del medico nell’era digitale”. Don Angelelli si è soffermato su “pastorale sanitaria e medical humanity”, ponendo l’accento sull’importanza dell’interdisciplinarietà per la cura della salute e sulla figura del cappellano presente nelle strutture sanitarie. Per Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dei Medici cattolici, “le nuove tecnologie non vanno demonizzate perché hanno dalla loro parte una nuova spinta per tutta la medicina, sul versante dello studio dei tumori, delle diagnosi precoci, prenatali e di tantissimi altri settori”. “L’importante – ha aggiunto – è non offuschino il rapporto medico-malattia. Non bisogna affidare i pazienti solo alla tecnologia ma bisogna che gli ammalati siano accompagnati e curati”.

Dello stesso parere anche Mario Ascolese, presidente campano dei Medici cattolici, per il quale “conciliare la medicina e la chirurgia tradizionale con le nuove tecnologie è la sfida del nuovo umanesimo. Però, i medici, soprattutto i più giovani, devono ricordare che al centro di tutto c’è sempre la persona umana e quando terminano le terapie inizia la cura”. “Bisogna evitare che la tecnologia svilisca quel rapporto empatico medico-paziente fatto di emozioni e sensazioni, fondamentale per il raggiungimento del risultato, della cura e della guarigione. Il rischio è davvero grande”, ha aggiunto Mario Capunzo, direttore del Dipartimento di medicina, chirurgia e odontoiatria della “Scuola medica salernitana” dell’ateneo.

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