Pur “rimanendo completamente fedele a se stesso”, il cristianesimo “rifletterà anche i diversi volti delle culture e dei popoli in cui è accolto e si radicherà”. Fa sue alcune parole di Giovanni Paolo II citate da Papa Francesco, p. Nuno da Silva Gonçalves, rettore della Pontificia Università Gregoriana, nel saluto alla conferenza internazionale “Cristianesimo in Cina. Impatto, interazione ed inculturazione” che si è aperta oggi presso l’Ateneo. L’incontro è promosso fino a domani dalla Gregoriana con il sostegno dello Yuan Dao Study Center e della Gregorian University Foundation e rientra nell’ambito di una collaborazione tra studiosi avviata da alcuni anni. Dando il benvenuto, fra gli altri, al card. John Tong Hon, vescovo emerito di Hong Kong, e a mons. Paul Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati (Segreteria di Stato della Santa Sede), il rettore sottolinea che la comunità accademica conta 2.700 studenti provenienti da 120 Paesi diversi, il 53% dei quali da fuori Europa, con un numero crescente di studenti provenienti da Africa e Asia. Naturale il ricordo di due insigni allievi dell’allora Collegio Romano – i gesuiti Alessandro Valignano e Matteo Ricci – e del loro fondamentale ruolo per l’espansione del cristianesimo in Cina. “La ricca esperienza del passato – afferma da Silva Gonçalves – è ancora oggi un’ispirazione per la Chiesa cattolica. Infatti, nella recentissima costituzione apostolica Veritatis Gaudium, Papa Francesco ci ricorda, citando san Giovanni Paolo II, che ‘la storia della Chiesa dimostra che il cristianesimo non ha semplicemente una sola espressione culturale’, ma piuttosto ‘rimanendo completamente fedele a se stesso […] rifletterà anche i diversi volti delle culture e dei popoli in cui è accolto e si radicherà'”. A conclusione, il rettore cita ancora Francesco: “Nei costumi cristiani di un popolo evangelizzato, lo Spirito Santo adorna la Chiesa, mostrando i suoi nuovi aspetti di rivelazione e dandole un nuovo volto”.