Pedofilia: Report Meter 2017, no a “pedofilia culturale”. Seguiti 131 casi

La rete non è esclusivamente uno strumento di diffusione di foto e di video che i pedofili e pedopornografi utilizzano, ma serve anche a diffondere e promuovere la pedofilia per un’opera di normalizzazione, spiega il Report 2017 di Meter onlus, presentato oggi a Pachino (Siracusa) da don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’associazione. Una vera e propria lobby strutturata e ben organizzata che fornisce consigli su come adescare i bambini. Si denunciano una serie di iniziative volte alla raccolta fondi a sostegno della causa pro pedofilia e per la giornata internazionale celebrata ogni anno dai pedofili di tutto il mondo. Per contrastare l’ideologia pedofila la Convenzione di Lanzarote (25/10/2007, ratificata dall’Italia nel 2012 con la legge 172) ha introdotto nel nostro ordinamento l’art. 414 bis del Codice penale con il richiamo alla “pedofilia e pedopornografia culturale”. Nonostante questo, commenta il Report, i siti continuano a proliferare con simboli identificativi per indicare specificamente il genere sessuale preferito dal pedofilo: “boylove”, “girllove” e “childlove”. Nel 2017 il Centro d’ascolto dell’associazione ha seguito 131 casi, soprattutto in Sicilia (57), Campania (26), Lazio (9), contro i 91 dell’anno precedente. Dal 2002 all’anno scorso sono stati in totale 1.402. Erogate 1.024 consulenze telefoniche contro le 1.157 del 2016. Nel 2017 Meter ha inoltre partecipato a 347 convegni e incontri di formazione, sensibilizzazione e prevenzione su richiesta di enti pubblici e privati e di associazioni del terzo settore. Oltre 18.381 le persone incontrate.

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