Papa Francesco: ai tre nuovi nunzi apostolici, “vicinanza ai presbiteri”. I preti che cercano il vescovo possano trovarlo “lo stesso giorno o al massimo il giorno dopo”

“Vicinanza ai presbiteri, per favore: che possano trovare il vescovo lo stesso giorno o al massimo il giorno dopo nel quale lo cercano”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, integrando con alcune note personali l’omelia della messa per l’ordinazione di tre nuovi nunzi apostolici – mons. Sonnertag, mons. Xuereb e mons. Bettancourt – prevista nell’edizione italiana del Pontificale Romano per l’ordinazione dei vescovi. “Nella Chiesa a voi affidata siate fedeli custodi e dispensatori dei misteri di Cristo, posti dal Padre a capo della sua famiglia seguite sempre l’esempio del Buon Pastore, che conosce le sue pecore, da esse è conosciuto e per esse non ha esitato a dare la vita”, le parole di Francesco, a proposito dell’amore del vescovo: “Amate, amate con amore di padre e di fratello tutti coloro che Dio vi affida. Anzitutto, amate i presbiteri e i diaconi. Sono vostri collaboratori”. “Vicinanza ai sacerdoti”, ha ripetuto il Papa: “Ma anche amate i poveri, gli indifesi e quanti hanno bisogno di accoglienza e di aiuto. Esortate i fedeli a cooperare all’impegno apostolico e ascoltateli volentieri”. “Abbiate viva attenzione a quanti non appartengono all’unico ovile di Cristo, perché essi pure vi sono stati affidati nel Signore”, l’altra esortazione del Papa sulla base del rito: “E ricordatevi che nella Chiesa cattolica, radunata nel vincolo della carità siete uniti al Collegio dei vescovi e dovete portare in voi la sollecitudine di tutte le Chiese, soccorrendo generosamente quelle che sono più bisognose di aiuto. E vegliate con amore su tutto il gregge nel quale lo Spirito Santo vi pone a reggere la Chiesa di Dio. Vegliate nel nome del Padre, del quale rendete presente l’immagine; nel nome di Gesù Cristo, suo Figlio, dal quale siete costituiti maestri, sacerdoti e pastori. Nel nome dello Spirito Santo che dà vita alla Chiesa e con la sua potenza sostiene la nostra debolezza. Così sia!”.

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