Comunità Sant’Egidio: Riccardi, “la felicità è un pane che non si mangia da soli ma si condivide con gli altri”

“Ci contraddistinguono gratitudine ed entusiasmo, in parte nascosti da pudore. Un entusiasmo interiore e una gratitudine dissimulata, ma che riempiono tanti aspetti della nostra vita e ci sospingono verso il futuro contro la tentazione della nostalgia di guardare al passato, che è spesso mitizzazione delle origini”. Intervenendo a conclusione dell’incontro di presentazione del suo libro, questa sera a Roma, Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, riprende alcuni flash emersi dal dibattito. Il volume, intitolato “Tutto può cambiare – Conversazione con Massimo Naro” (edizioni San Paolo), è uscito in occasione del cinquantesimo anniversario della Comunità che, prosegue il fondatore, “ha fame di futuro e fame di vita” anche se la grande contraddizione di oggi “è vedere tutto ma essere incapaci di intervenire sulla propria vita e su problemi del mondo”. “Ci troviamo – aggiunge Riccardi – in un’età della rabbia e, come ha detto il Papa domenica scorsa, paura e rabbia sono due sorelle. Per me è vero”. “Oggi, di fronte alla grande povertà di pensiero, noi tentiamo di essere e suggerire una via insieme pensata e impegnata, senza sentirci una nuova élite ma seguendo la politica dell’amicizia, un istinto che è ornai entrato nei nostri cromosomi”. Richiamando le parole del card. Kasper sulla centralità del Vangelo nell’esperienza di Sant’Egidio, Riccardi conclude evocando un ideogramma ricevuto in dono da alcuni amici cinesi: “Il Vangelo è un vento di felicità che va condiviso e portato a tutti. La Comunità ha capito che la felicità è un pane che non si mangia da soli ma si condivide con gli altri”.

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