Siria: card. Zenari, “nel Paese una strage degli innocenti”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Siamo davanti ad un rischio di escalation regionale e internazionale sul suolo siriano. Nel Paese sono presenti attori locali, i siriani, molto forti e attori internazionali. Sul suo suolo agiscono 5 tra i più potenti eserciti del mondo non ancora in guerra ma se si pestano i piedi non si sa cosa potrà accadere. I cieli siriani sono solcati dal sibilo dei mortai che sentiamo proprio sopra le nostre teste, dai cacciabombardieri siriani, russi, israeliani, da quelli della coalizione di 60 Paesi a guida Usa, dai missili lanciati dal Mediterraneo e dal Mar Caspio”. Lo ha detto oggi il card. Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, nel corso di una conferenza stampa nella quale è stato presentato il progetto, da lui stesso ispirato, denominato “Ospedali Aperti”. All’incontro ha partecipato anche il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, co-finanziatrice del progetto, gestito dall’Avsi. Nel descrivere la guerra in corso, che sta per entrare nel suo ottavo anno, il nunzio si è detto d’accordo con il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che ha definito la Siria un “inferno sulla terra”. Qui, ha sottolineato il cardinale, “si sta compiendo una strage degli innocenti. Impressionante quanti bambini soffrono di questa guerra. Il conflitto siriano – ha detto – è una valanga che ha travolto la popolazione civile, specie i bambini segnati da traumi fisici e psicologici che dobbiamo cominciare a curare”. Il pensiero del nunzio è andato poi agli orfani: “Nella sola Aleppo sono stati contati dai 2mila ai 6mila bambini randagi, qualcuno è stato trovato morto di fame e di freddo”. Ci sono poi i figli dei miliziani dello Stato Islamico “bambini fragilissimi sfruttati da ogni tipo di mafia che vengono in qualche modo assistititi dai padri francescani”. “Oggi in Siria si muore molto di più per mancanza di cure mediche e di ospedali che di bombe” è stata la denuncia del card. Zenari che proprio per dare una risposta concreta a questa emergenza ha voluto lanciare il progetto “Ospedali Aperti” così da garantire anche ai più poveri l’accesso alle cure sanitarie. “Per me oggi la Siria è quel povero che scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappa nei ladroni e viene curato dal buon Samaritano. Non sta a me dire chi sono i ladroni che hanno aggredito la Siria massacrandola e lasciandola sul ciglio della strada. Ci sono i buon Samaritani, Chiese, ong, che cercano di fare qualcosa quando non vengono loro stessi colpiti dai proiettili. In Siria si spara anche su di essi. Viviamo un momento delicatissimo nel quale la Chiesa cerca di fare qualcosa”.

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