Nullità dei matrimoni: mons. Nosiglia (Torino), “giustizia mai disgiunta dalle situazioni concrete dei fedeli”

“L’azione ecclesiale nei processi di dichiarazione della nullità dei matrimoni si attua come  espressione di una misericordia che si coniuga con la giustizia”. Lo ha detto l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, intervenendo questa mattina all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico interdiocesano piemontese. L’organo fino allo scorso mese di dicembre ha operato come Tribunale dell’intera regione Piemonte e Valle d’Aosta, da oggi come Tribunale interdiocesano delle sedici diocesi delle due province ecclesiastiche, “che hanno ribadito la scelta, già operata fin dall’entrata in vigore del motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus, di mantenere una stretta collaborazione e una condivisione di intenti e forze per una piena ed efficace attuazione della riforma del processo di nullità e per continuare a offrire un servizio il più possibile nella prossimità dei fedeli che ci sono affidati”. Secondo il presule, è la “dimensione di servizio”, che “il pontefice ci ricorda e che è propria di ogni ministero ecclesiale”, a dover essere attuata “in modo specifico nell’accompagnamento e nel discernimento che, nei percorsi processuali, i fedeli affrontano per accostare quella verità che diventa per loro misura della misericordia di Dio e della giustizia che domandano alla Chiesa”. In quest’ottica, l’arcivescovo ha ricordato l’allocuzione alla Rota Romana dello scorso 29 gennaio, in cui “Papa Francesco ha voluto sottolineare come la stessa indagine pregiudiziale deve ‘rendere non solo il processo più sollecito, ma anche più giusto, nella dovuta conoscenza di cause e motivi che sono all’origine del fallimento matrimoniale’”. “Già in alcune delle nostre diocesi si stanno sperimentando o progettando strutture che sappiano realizzare tale invito – ha aggiunto mons. Nosiglia -, così da offrire ascolto e mediazione in vista di una possibile causa di nullità matrimoniale”. Riprendendo le parole del Papa, l’arcivescovo ha sottolineato il bisogno di “una dimensione della giustizia che non è mai disgiunta dall’attenzione alle situazioni concrete dei fedeli e dal ruolo centrale della coscienza”.

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