Consiglio d’Europa: Comitato diritti sociali, richiami all’Italia su pensioni, migranti e lotta alla povertà

(Strasburgo) Sono 46 le pagine del rapporto conclusivo riguardante l’Italia, pubblicato dal Comitato europeo dei diritti sociali che rilevano violazioni in Italia in materia di salute, sicurezza e tutela sociale. Il Comitato, organismo composto da 15 membri indipendenti e imparziali, valuta periodicamente la conformità delle leggi e delle pratiche degli Stati aderenti alla Carta sociale europea. L’ultimo rapporto pubblicato è relativo al gruppo tematico “salute, sicurezza e tutela sociale”. Si legge per esempio che in ambito di “diritto alla sicurezza sociale”, “la situazione dell’Italia non è conforme all’articolo 12§3 della Carta” e nemmeno al 12§4. In questo secondo caso la debolezza italiana sta nel fatto che “la parità di trattamento nell’accesso alle prestazioni familiari non è garantita ai cittadini di tutti gli altri Stati” aderenti alla Carta e che “è eccessiva la durata della residenza (dieci anni) imposta agli stranieri, che non beneficiano dell’assegno sociale previsto dai regolamenti o dagli accordi dell’Ue con l’Italia”. L’Italia è in fallo anche riguardo all’articolo 13 della Carta sociale che chiede agli Stati aderenti un’assistenza sociale e medica per tutte le persone in stato di bisogno dal momento che il livello di assistenza sociale è insufficiente per alcune categorie di persone.
Il Comitato rimprovera inoltre l’Italia perché “il livello minimo delle pensioni di anzianità, siano esse contributive o meno, è manifestamente insufficiente”. Rispetto all’art. 30 che sancisce il “diritto alla protezione contro la povertà e l’esclusione” il Comitato richiama l’Italia perché “manca un approccio globale e coordinato per lottare contro la povertà e l’esclusione sociale”.

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