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Ue: strategia per i Balcani occidentali. Janjic (politologo), “Belgrado sente forte l’influenza della Russia”

“L’Ue ha un debito nei confronti dei Paesi dei Balcani occidentali, perché negli ultimi cinque anni i Paesi europei non avevano un parere unico sull’adesione e i Balcani sono stati non solo marginalizzati, ma sembrava che in Occidente nessuno fosse interessato a cosa succedeva nella regione”. Lo afferma al Sir Dusan Janijic, analista politico del Forum per i rapporti interetnici e fondatore del Movimento europeo a Belgrado. Ieri la Commissione europea ha presentato la strategia per i Balcani occidentali accolta con entusiasmo dalle autorità serbe. Il racconto di Janjic concorda con il quadro nel documento della Commissione: “questioni spinose rimaste aperte in Kosovo e in Bosnia-Erzegovina, divisioni non superate e corruzione dilagante”. Riguardo la data menzionata dell’eventuale adesione, il 2025, il politologo è d’accordo con la strategia che la definisce “meta ambiziosa” per la Serbia, convinto che “Belgrado non sarà pronto fino ad allora”. L’esperto però mette in guardia “rispetto alla forte influenza russa in Serbia, percepita nella vita pubblica, nei media e nel business, mentre aumenta anche la presenza della Cina, fattore chiave nelle infrastrutture in Serbia”. Janjic condivide anche l’esigenza presente nella strategia di dimostrare il cammino europeo come scelta irrevocabile: “le autorità devono mettere un forte accento sull’integrazione europea spiegando la sua importanza per la Serbia, perché molti leader politici e intellettuali non ne sono convinti e ci sono antieuropei all’interno dello stesso governo serbo”.

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