Minori: Janiri (psichiatra), “rabbia repressa scatena patologie”. Nicolasi (Incontro), “causa di abuso sostanze”

“L’attacco alla mente, l’impatto dell’emozione sul funzionamento intellettivo e il blocco del meccanismo razionale che può provocare è un dato importante su cui si deve indagare e riflettere” sostiene Luigi Janiri, direttore Uoc Psichiatria Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli e direttore della Scuola di Specializzazione di Psichiatria dell’Università Cattolica, presentando questa mattina il progetto di ricerca “La rabbia che non si vede” nell’ambito del convegno “Prevenire la psicopatologia in età infantile”. “Al di là dei comportamenti dirompenti che la rabbia può provocare – spiega -, la sua repressione può comportare vie alternative patologiche”. E non bisogna ritenere che si tratti di “meccanismi esclusivi degli adulti: appaiono anche nell’infanzia”. Pieno appoggio al progetto da Giampaolo Nicolasi, presidente Comunità Incontro Onlus, che porta la propria testimonianza: “La rabbia, e lo stiamo vedendo tutti i giorni con i nostri ospiti, è una delle cause principali che li portano all’uso di sostanze stupefacenti” e la prevenzione deve iniziare in età infantile. “Abbiamo notato – prosegue – che i nostri ospiti raccontando la loro storia partono dall’età infantile riferendo di disagi familiari e scolastici e fenomeni di bullismo”.

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