Lussemburgo: rappresentanti comunità siro-curda di Afrin ricevuti da mons. Hollerich (Justitia et pax). “Stop alle violenze turche”

“Non può succedere che mentre i diritti umani vengono violati, il mondo resti a guardare”. Arriva dal Lussemburgo questo appello e guarda alla Turchia e al suo presidente Erdogan che oggi si trova a Roma. A parlare sono alcuni rappresentanti della comunità siro-curda di Afrin, di diversi credo religiosi, che sono stati ricevuti dal presidente di Justitia et pax Europa, l’arcivescovo di Lussemburgo Jean-Claude Hollerich. Dal 20 gennaio nella regione è in corso un’offensiva lanciata dall’esercito turco contro le forze curde ad Afrin, nel nord della Siria, con grandi mezzi aerei e terrestri e alti costi sulla popolazione civile. Parlando ai giornalisti dopo l’incontro, Adoula Dado, a nome della delegazione ha avanzato alcune richieste con la voce rotta dal pianto: stabilire subito una no-fly zone; far cessare immediatamente l’uso delle armi contro la popolazione civile; permettere l’arrivo di rifornimenti e medicine; fare pressione a livello diplomatico sulla Turchia; garantire l’assistenza medica dei feriti; lasciare entrare osservatori internazionali nella regione. Ai leader della Chiesa cattolica Adoula Dado ha chiesto di “adoperarsi insieme ai leader della comunità religiosa musulmana per esortare la Turchia a porre fine alla violenza contro la popolazione civile”. L’arcivescovo Hollerich ha invitato i politici in Europa “a far sentire la loro voce a difesa dei diritti di questa gente a vivere nella loro patria”.
È uno “scandalo” che ad Afrin “la popolazione civile venga uccisa alle porte dell’Europa e noi restiamo in silenzio. Se l’Europa lo consente, l’Europa perde la sua anima”.

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