Diocesi: mons. Gristina (Catania), “sant’Agata ci renda capaci di chinarci sulla storia umana ferita e scoraggiata”

“Sant’Agata ci dice: dovete fare così ogni domenica, come facevo io quando gustavo qui, a Catania e insieme agli altri cristiani, la gioia della domenica”. Lo ha detto ieri mattina l’arcivescovo di Catania, mons. Salvatore Gristina, durante l’omelia della messa dell’Aurora che ha celebrato in cattedrale, in occasione della solennità della patrona della città etnea. “Sappiamo che allora partecipare all’incontro con Gesù Risorto poteva costituire pericolo di perdere la vita a causa delle persecuzioni”, ha aggiunto il presule, che ha presentato una richiesta alla patrona: “Ottenerci la grazia e il dono di valorizzare bene la domenica, fino al punto da fare nostre le parole di alcuni martiri cristiani che, cinquant’anni dopo la morte di Agata, potevano proclamare: ‘Senza la domenica non possiamo vivere’”. L’arcivescovo ha sottolineato “il vero significato e l’auspicato effetto di ogni nostra partecipazione alla Messa”. “Noi vi giungiamo con le infermità e le ‘febbri’ quotidiane, con le nostre debolezze morali e persino con i nostri peccati e sperimentiamo, nello stesso tempo, la misericordia e il perdono del Signore”. “Guariti e rafforzati dalla partecipazione alla santa messa, dobbiamo impegnarci nel molteplice servizio cui siamo chiamati personalmente e nella famiglia, nella comunità civile ed ecclesiale”. Dopo avere ricordato, in occasione della Giornata per la vita, che “tutti siamo a servizio della vita per contrastare i segni di una cultura chiusa all’incontro”, il presule ha indicato la richiesta alla patrona di “farci diventare buoni come lei per essere capaci di chinarci sulla storia umana, ferita, scoraggiata e di impegnarci a ‘trasformare la realtà e guarire dal dramma dell’aborto e dell’eutanasia’”. Infine, uno sguardo alla “scadenza delle elezioni del 4 marzo”. “Tutti siamo chiamati a svolgere il servizio di eleggere coloro che eserciteranno l’attività legislativa a vantaggio della nazione”. E poi la richiesta a sant’Agata di “ottenerci la grazia di operare sempre e con generosità a servizio di Dio, del Vangelo, della vita, della cura della casa comune nell’esercizio delle nostre responsabilità personali, familiari, civili ed ecclesiali nei riguardi di tutti e particolarmente dei nostri carissimi giovani, coetanei dell’amata nostra patrona”.

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