Contrasto a mafie e corruzione: mons. Galantino, “coltivare e far crescere il coraggio della speranza”

“Sono qui per chiedere a tutti voi di continuare a camminare insieme per coltivare e far crescere il coraggio della speranza e per non smettere di desiderare il martirio della fedeltà quotidiana al Vangelo”. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, intervenendo questa mattina, a Roma, a “Contromafiecorruzione”, manifestazione promossa dalla rete di Libera. “Vedo e sento in giro ancora parole che tendono a derubricare l’impegno di uomini e donne di Chiesa e la loro presenza per combattere la mafia a impegno e presenza marginali rispetto al Vangelo”, ha aggiunto il presule. Un impegno e una presenza che, “secondo alcuni, sono soltanto espressione di sensibilità particolari o personali”. Tesi smentita dal segretario generale della Cei con parole e documenti. “Io sono qui per rivendicare il carattere e la motivazione fortemente evangelici di ogni presenza e di ogni impegno che ci vede fare un tratto di strada con chi, per un motivo o per un altro, non ce la fa. E ditemi voi se intere famiglie, donne e uomini che si vedono confiscare la libertà e la dignità di vivere una vita normale dalla prepotenza della mafia non sono tra coloro che proprio non ce la fanno”. Quindi, mons. Galantino ha presentato due interrogativi: “Che vita è non poter scegliere di veder rispettata la propria voglia di giustizia e di legalità? Che vita è quella di chi deve continuare a chiedere per favore ciò che spetta per diritto?”. Poi, le risposte, citando Paolo VI, Papa Francesco e il comunicato finale dell’ultimo Consiglio episcopale permanente. “Queste ed altre forme di privazioni o di imposizioni rendono poveri almeno quanto rende poveri la mancanza di mezzi di sussistenza. E di questo tipo di povertà la Chiesa è chiamata a farsi carico. La Chiesa vuole farsi carico”.

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