Beatificazione Olivelli: messa di ringraziamento. Mons. Gervasoni, “esempio di pace e carità”

(da Vigevano) “Dio ci ha dato un esempio che è vicino a noi e ci fa vedere cosa vuol dire credere, essere esempio di pace e di carità. Il beato Teresio Olivelli lo ha fatto in un contesto particolare, a noi è chiesto di farlo nella quotidianità della vita e non è facile”. Con queste parole mons. Maurizio Gervasoni, vescovo di Vigevano, ha aperto la messa di ringraziamento per la beatificazione di Olivelli, martire nel campo di concentramento di Hersbruck durante la seconda guerra mondiale. “Celebriamo la beatificazione – ha spiegato durante l’omelia – e viviamo un momento bello, non perché approviamo l’uccisione, ma perché vediamo il suo comportamento come un comportamento che vince il male. Il nostro è un atto di fede che riconosce la presenza di Dio”. Manifestata lungo tutto il cammino intrapreso dal beato lomellino: “Colpisce – ha detto mons. Gervasoni – sin dalla giovinezza il suo desiderio di essere con gli svantaggiati. Teresio ritiene di dover condividere la condizione di chi non è fortunato e questo si traduce nella disponibilità alla cura e all’aiuto, anche al sostegno spirituale. Nella sua azione echeggiano le parole dell’apostolo Paolo nella lettera ai Filippesi, secondo cui Gesù ‘spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce’. Sono convinto che Teresio si è ispirato a queste parole”.

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