Olivelli beato: card. Amato, “difensore dei deboli e oppressi sino al dono della vita”

“Concediamo che il venerabile servo di Dio Teresio Olivelli, laico e martire, eroico testimone del Vangelo, difensore dei deboli e oppressi sino al dono della vita, d’ora in poi sia chiamato Beato”. Questo il testo della lettera apostolica con la quale il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, ha aperto nel palasport di Vigevano il rito di beatificazione del venerabile Olivelli, martire della Diocesi di Vigevano. Concelebrano mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, mons. Maurizio Gervasoni, vescovo di Vigevano, mons. Santo Marcianò, ordinario militare, mons. Ludwig Schick, arcivescovo di Bamberga. Sono presenti circa 3.500 persone, giunte dal territorio della diocesi e da tutta Italia, oltre che dalla diocesi bavarese di Bamberga, sul cui territorio sorgeva il lager di Hesbruck in cui Olivelli perse la vita. Mons. Gervasoni ha chiesto il riconoscimento del titolo di Beato, ricordando che il suo fu “un ministero di consolazione, fatto di gesti di solidarietà” e che durante la prigionia “difende i più colpiti, accompagna i moribondi, prega sui cadaveri”, motivo per cui “i nazisti lo colpiscono di continuo in odio alla sua testimonianza cristiana”. A seguito della lettura della lettera apostolica è stata svelata l’immagine del beato, sotto la quale è stata collocata una reliquia appartenuta a lui.

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