Olivelli beato: card. Amato, “ancora oggi nel mondo ci sono 215 milioni di cristiani che soffrono persecuzione e morte”

“Di fronte alla prospettiva di morte del lager, il nostro beato non si abbatté, anzi reagì energicamente, aiutando i più deboli a non avvilirsi, ma a resistere con coraggio”. Così il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, delinea la figura di Olivelli durante l’omelia per la beatificazione: combatté ogni prevaricazione “non con armi letali, ma con quella energia benefica e divinamente invincibile, che è la carità che, come dice l’apostolo Paolo, è paziente, benigna, non manca di rispetto non si adira, non tiene conto del male ricevuto, tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”. Un esempio a tal punto che “a lui facevano riferimento coloro che si trovavano in difficoltà, per essere compresi, protetti e difesi dai soprusi”. Olivelli si spinse fino al dono della vita, la “morte di un giusto vincitore sui suoi carnefici ridotti a maschere tragiche di crudeltà” è una testimonianza valida anche nel presente. “Ancora oggi – ammonisce il card. Amato – nel mondo ci sono 215 milioni di cristiani che soffrono persecuzione e morte. Secondo il recente rapporto 2018 della onlus ‘Porte aperte – Open doors” sono più di 50 i paesi che perseguitano i cirstiani. Il più violento è il Pakistan e le principali dinamiche persecutorie restano l’oppressione islamica e il nazionalismo religioso di matrice induista e buddista. Sono stati 3.066 i cristiani uccisi a causa della loro fede tra il 1 novembre 2016 e il 31 ottobre 2017”. Il beato Olivelli ricorda che “la violenza può uccidere una persona, ma non può uccidere una causa. Il carnefice ha ucciso Teresio, ma non il Vangelo, difeso e testimoniato ancora oggi, come ieri e come sarà domani, da fedeli coraggiosi e forti fino al martirio”.

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