Giornalismo: Albanese (Fnsi), “ritornare sui territori per raccontare, informare, denunciare”

“Trovare il coraggio, la pazienza, il gusto per ritornare sui territori per raccontare, informare, denunciare”. Lo chiede Michele Albanese, responsabile per la legalità della Fnsi, che si augura “una nuova stagione di antimafia sociale” nella quale i giornalisti debbono giocare un ruolo decisivo. “È arrivato il momento dell’unità perché il Paese è a rischio”, ha scandito Albanese intervenendo al laboratorio “Buone pratiche del giornalismo contro mafie e bavagli all’informazione”, organizzato nell’ambito dell’evento “Contromafiecorruzione” promosso da Libera.  Oggi, ha spiegato Albanese, “le mafie sono holding sempre più sofisticate con esperti di riciclaggio, uffici stampa, personaggi che condizionano il mondo dell’informazione, contro le quali serve una strategia comune per capirle, raccontarle e denunciarle”. “Dobbiamo rivedere le nostre strategie nella lotta alle mafie perché è a rischio la democrazia e la libertà nel nostro Paese”, ha ribadito il responsabile della legalità della Fnsi che vive da anni sotto scorta. E in quest’ottica “un appello al Parlamento” sul tema delle “querele temerarie, problema sottovalutato da chi deve legiferare”, è arrivato da Paolo Borrometi, cronista sotto scorta e presidente di Articolo 21. “Quello delle querele temerarie è uno strumento vergognoso”, ha rilevato Borrometi. “Non invochiamo l’impunita’, ma – ha chiarito – non si può essere querelati dal capomafia di cui si cerca di raccontare la storia”.

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