R.D. Congo: ancora violenze e intimidazioni ai cattolici. Ieri due vittime nelle manifestazioni

Ancora violenze e intimidazioni ieri in Congo, giornata in cui il Comitato laico di coordinamento, movimento vicino alla Chiesa cattolica, aveva indetto marce di protesta per dire “no alla dittatura” ed esigere che “il presidente Joseph Kabila dica pubblicamente di non candidarsi” per un terzo mandato, vietato dalla Costituzione. Secondo un comunicato, “oltre tre milioni hanno marciato nella capitale, Kinshasa e in molte città di provincia”. Il bilancio è di due morti a Kinshasa e uno a Mbandaka. Secondo notizie riportate dall’agenzia Actualité, ieri vicino alla “maggior parte delle parrocchie, erano appostati poliziotti e militari ben armati per affrontare i cattolici che volevano dimostrare contro il potere”, poliziotti che sono poi intervenuti con lacrimogeni e spari per disperdere i manifestanti, si legge ancora sui rapporti stampa. “Il sacrificio” delle persone uccise ieri “per il trionfo della libertà nel nostro Paese non resterà vano”, scrive il Coordinamento in una nota. “A questo macabro bilancio vanno aggiunti diverse decine di feriti, arresti, profanazioni di Chiese e vittime di aggressioni e brutalità da parte delle forze di polizia e delle milizie”. La condanna è ferma per questo comportamento ingiustificabile a fronte di “un popolo che manifesta pacificamente con rosari, bibbie, croci e rami d’ulivo in mano”. Il Comitato parla di “comportamento esemplare” da parte del “popolo congolese, dei sacerdoti, dei religiosi e religiose, dei responsabili parrocchiali e dei manifestanti” in questa “lotta per il nostro destino comune”. Il riconoscimento viene esteso anche al “comportamento esemplare e patriottico di molti membri della polizia” che il Comitato incoraggia a “impegnarsi ancora di più per proteggere la popolazione”. “Non ci sarà tregua per il potere finché non avremo ritrovato la nostra dignità e la nostra libertà”, ribadisce il Comitato.

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