Dialogo interreligioso: gran mufti Hussein su chiusura Santo Sepolcro. “Gerusalemme appartiene alla sua gente”

Gerusalemme, Santo Sepolcro

“Non possiamo non parlare di Gerusalemme in questa conferenza sul dialogo”: così Muhammad Hussein, il gran mufti di Gerusalemme e Palestina, intervenendo stamane a Vienna alla “conferenza di alto livello” organizzata dal Centro per il dialogo Kaiciid su “Promuovere la coesistenza pacifica e la cittadinanza comune”. “Mentre siamo qui”, a Gerusalemme la chiesa del Santo Sepolcro “è chiusa perché l’occupazione israeliana pretende di riscuotere tasse da questi luoghi, ma questo non corrisponde alle regole internazionali”, ha spiegato il gran mufti. L’occupazione israeliana “non rispetta alcun luogo di culto”, nella città santa i “santuari non sono tutelati”. “Gerusalemme dovrebbe essere rispettata da tutti”, ha affermato il gran mufti: “In nome di Gerusalemme e in nome dell’autorità palestinese e del popolo palestinese permettetemi di dire che è tempo di usare tutte le leggi a disposizione per proteggere questa città santa e i suoi abitanti e permettere di loro di visitare i luoghi santi in sicurezza”. “Sappiamo che c’è bisogno di una volontà politica perché le cose cambino”. Riferendosi alla “decisione molto dolorosa presa non sulla base di alcuna ragione religiosa o umanitaria dal presidente degli Stati Uniti” di traferire lì l’ambasciata americana, Muhammad Hussein ha detto che questa decisione “non può essere assunta da nessun presidente perché la città non appartiene al presidente degli Stati Uniti ma al suo popolo, ai suoi abitanti cristiani, musulmani ed ebrei”.
Il gran mufti ha concluso il suo intervento affermando: “Continueremo a chiedere la nostra libertà e i nostri diritti, giustizia e riconciliazione, comprensione e rispetto e coesistenza pacifica perché il cristianesimo, l’islam e tutte le religioni chiedono la coesistenza tra i popoli in tutto il mondo”.

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