Argentina: vescovi su aborto, serve rafforzamento di politiche pubbliche per l’educazione sessuale integrale dei cittadini

I vescovi argentini suggeriscono l’adozione e il rafforzamento di politiche pubbliche che stabiliscano come priorità l’educazione sessuale integrale dei cittadini, in modo da renderli capaci per la decisione libera e responsabile di concepire una vita umana, che riconoscano la dignità della vita umana dall’inizio del suo concepimento e l’uguaglianza tra donna e uomo, e che siano in grado di individuare la cause della violenza sulle donne, per generare nuovi atteggiamenti fondati sul rispetto dell’altro. È il passaggio conclusivo del comunicato “Rispettosi della vita” diffuso venerdì dalla Commissione esecutiva della Conferenza episcopale argentina (Cea) rispetto al dibattito parlamentare sulla depenalizzazione dell’aborto. “Occorre avere chiaro – segnalano i vescovi – oltre alle bontà del sistema repubblicano dove le leggi si votano attraverso i rappresentanti del popolo,  che siamo di fronte a una questione che tocca in profondità il tessuto della nostra società”. La Conferenza episcopale, infine, prega affinché questo dibattito “ci trovi in grado di affrontare un dialogo sincero e profondo che possa rispondere a questo dramma, e consenta di ascoltare le diverse voci e le legittime preoccupazioni di coloro che non sanno come agire, senza ‘scomuniche’, violenze o aggressioni”: “Noi cristiani, vogliamo contribuire con la nostra voce, non per imporre un criterio religioso ma sulla base delle nostre convinzioni razionali e umane”.
Intanto, e mentre si prevede un lungo dibattito parlamentare in Commissione (che potrebbe durare vari mesi) i media locali hanno anticipato che sia il presidente argentino Macri, sia la maggior parte dei ministri del suo Governo sono contro la depenalizzazione dell’aborto e che l’autorizzazione per aprire il dibattito è stata una risposta alla grande “pressione ricevuta dal Parlamento”.

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