Soft skill: Diaco (Unesu), “approfondire nuova sfida educativa” ma “al centro resta sempre la persona dell’alunno”

Approfondire la nuova sfida educativa rappresentata dalle soft skill è l’obiettivo del seminario di studio promosso oggi a Roma dal Centro studi per la scuola cattolica dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università (Unesu) della Cei. Titolo dell’appuntamento “Competenze personali. La sfida educativa delle soft skill”. “Compito della scuola – spiega al Sir Ernesto Diaco, direttore Unesu – è offrire ad ogni persona degli strumenti per affrontare la vita, un bagaglio culturale ed umano che conduca a scoprire e vivere la propria vocazione nel mondo e generi bene comune. È sempre vivo il rischio di ridurre l’idea di istruzione alla ripetizione di un sapere inerte, uniforme e impersonale, slegato dalla realtà. Molto forte, inoltre, è l’istanza proveniente dal mondo produttivo, tanto da piegare i sistemi formativi in funzione delle esigenze del mercato”.
In questo quadro, la sfida principale rivolta all’educazione è quella di confrontarsi col nuovo contesto “dominato dall’economia e dalla tecnologia senza perdere la finalità essenziale della crescita integrale della persona”. Un passaggio, afferma Diaco, in cui “diventa importante promuovere nell’alunno capacità personali che vanno oltre il semplice possesso di conoscenze, tecniche e abilità. Sono le cosiddette soft skill, competenze trasversali alle diverse discipline e inerenti le capacità relazionali, il senso critico, la creatività, la flessibilità, gli aspetti del carattere e l’apertura alla realtà”. Per il direttore dell’Unesu, “al centro resta naturalmente la persona dell’alunno, chiamata a dare forma al proprio modo di apprendere e di affrontare la vita, e accompagnato nell’affascinante lavoro dell’acquisire un’esperienza custodita, vagliarla criticamente e rinnovarla nel proprio vissuto”. Il seminario odierno, conclude , “intende approfondire questa nuova sfida educativa, che pone nuovi compiti agli insegnanti a partire dalla scuola dell’infanzia e per tutto il percorso di studi. Gli stessi insegnanti sono chiamati a coltivare le proprie soft skill: a formarsi e a vivere la professione in modo nuovo. Un modo che ricerca uno sguardo unitario sulla realtà, che fa leva sulla testimonianza e sulla passione, che vince l’individualismo e genera comunità”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo

Informativa sulla Privacy