Cristiani perseguitati: mons. Galantino, “sangue dei nuovi martiri condanna alla superficialità con cui viviamo la nostra fede”

“Il Colosseo illuminato di rosso ci evoca il sacrifico di amore in un mondo come il nostro sempre più a corto di testimoni coerenti e credibili di Cristo e del Vangelo. Siamo qui per dire grazie a tanti uomini, donne e bambini per la loro testimonianza coraggiosa. Il loro martirio ci dice che ha senso restare fedeli a Cristo e al suo Vangelo”. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, intervenuto all’iniziativa del #ColosseoRosso di Aiuto alla Chiesa che Soffre “per non dimenticare i martiri della persecuzione anticristiana nel mondo”. “Il sangue dei nuovi martiri è condanna alla nostra superficialità e alla superficialità con cui viviamo la nostra fede, ridotta troppo spesso ad apparenza e a parole, semmai pie, ma irrilevanti – ha aggiunto -. Cerimonie e parole su cui facciamo fatica a scommettere noi stessi”. Secondo mons. Galantino, il Colosseo “crea e riannoda un legame virtuoso tra cristiani della prima ora e quelli uccisi ancora oggi in varie parti del mondo per aver accolto Gesù e il suo Vangelo”. Dopo aver ricordato le parole di una donna cristiana che ha incontrato vicino Erbil, in un campo profughi iracheno, il segretario generale della Cei ha affermato che “bisogna fare tutto il possibile per fermare la violenza cieca di chi assale chiese, bisogna fermare le leggi contro la blasfemia che hanno lo scopo di schiacciare la libertà di chi la pensa diversamente”. Così il presule ha giudicato “insopportabile il silenzio di tante istituzioni davanti alle violenze sui cristiani” e ha condannato la “commozione a intermittenza di agenzie umanitarie”. Infine, l’invito a “tenere viva la memoria dei martiri di questi giorni”.

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