Cappellani militari: Dalla Torre (giurista), nella nuova Intesa “ragioni d’ordine valoriale pienamente condivise da Chiesa e Stato”

“L’esigenza di un profondo aggiornamento” della disciplina che norma l’assistenza religiosa ai militari in Italia “nasceva da più radicali ragioni d’ordine valoriale, pienamente condivise dalla Chiesa e dallo Stato”. Lo rileva Giuseppe Dalla Torre, giurista, attualmente presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, presentando in un editoriale pubblicato sul numero di domani de “L’Osservatore Romano” (in distruzione da oggi pomeriggio), la nuova Intesa formalizzata lo scorso 11 febbraio (anniversario dei Patti Lateranensi) dal segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, e dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Tra “le ragioni d’ordine valoriale”, il giurista sottolinea, in modo particolare, “la libertà religiosa, diritto inviolabile dell’uomo per cui se nessuno può essere costretto in materia di coscienza, nessuno può altresì essere impedito dall’esprimere ed esercitare la propria fede, anche laddove faccia parte di istituzioni che necessariamente limitano l’autonomia personale, come per eccellenza quelle militari”. E insieme alla libertà religiosa anche “la laicità dello Stato”: “Una laicità positivamente intesa, che postula nei pubblici poteri un atteggiamento di distinzione e di rispetto delle competenze proprie delle istituzioni religiose ma, al tempo stesso, il dovere di creare le condizioni, di diritto e di fatto, perché in concreto la libertà religiosa del credente possa trovare esplicitazione”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo

Informativa sulla Privacy