“Con le sue parole e con i gesti che l’accompagnano, Francesco sta dando forma, continuità e concretezza a istanze che hanno trovato terra di coltura nel Vaticano II. In continuità con i suoi predecessori, lo fa mettendoci del proprio: formazione, carattere ed esperienza pastorale”. Lo scrive il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, nello speciale di Vita Pastorale dedicato ai cinque anni di pontificato di Papa Francesco. Il presule segnala il nesso forte tra Bergoglio e il Concilio. “Non è un caso se quanti hanno accolto con ragionevole entusiasmo il Concilio vedano, con Francesco, rimesse in circolazione parole, speranze, scelte pastorali e stili di vita auspicati dai padri conciliari – spiega -. D’altra parte, quanti hanno guardato con insofferenza o con sospetto l’evento conciliare, fanno fatica a riconoscere l’azione dello Spirito che, in questo momento storico, si sta servendo anche di Francesco per avvicinare sempre di più la Chiesa al Vangelo di Gesù”. Dopo avere spiegato che “pensiero incompleto” e “cuore sempre aperto”, associati a Francesco, “non preludono alla mancanza di punti di riferimento né vanno assimilati a una sorta di ‘pensiero debole’”, mons. Galantino ha sottolineato che entrambi gli attributi “sono insieme, per Francesco, conseguenza dello sguardo fisso su Gesù e premessa indispensabile per la libertà, l’apertura, la creatività e la generosità”. Infine, il segretario generale della Cei racconta gli stimoli che il ministero di Francesco assicura al suo servizio pastorale. “Le parole e i gesti di Francesco sostengono in me la fatica e il desiderio di spendermi per una Chiesa che possa farsi ospite tra gli ospiti, possa porgere una ciotola ristoratrice ai viandanti della vita – conclude -; una Chiesa che libera e non costringe, che accarezza e non giudica, che ama l’ombra stremata di ciascuno, che l’abbraccia e l’accoglie per permetterle di vedere la luce”.