Cile: anche il Consiglio della Chiesa per la prevenzione degli abusi sentito sul caso Barros. “Le vittime si sono sentite accolte”

Tra le persone che vengono sentite in questi giorni dalla Commissione vaticana inviata a Santiago del Cile per raccogliere nuove testimonianze sul caso del vescovo di Osorno, mons. Juan de la Cruz Barros Madrid, ci sono anche i vescovi e i componenti del Consiglio nazionale per la prevenzione degli abusi verso i minori e per l’accompagnamento delle vittime, organismo istituito dalla Conferenza episcopale cilena. Tra questi anche il presidente del Consiglio nazionale, mons. Alejandro Goic, vescovo di Rancagua, che ha rilasciato alcune dichiarazioni riportate dal sito della Conferenza episcopale cilena. “Noi – ha detto – siamo qui a condividere le nostre informazioni, perché quello che vogliamo in primo luogo è partire dai valori evangelici e metterli al primo posto delle nostre azioni. E condivideremo anche le nostre preoccupazioni e le nostre domande, considerando il fatto che il nostro unico obiettivo è cercare la verità su quanto accaduto, rispettare ciascuna delle vittime e lavorare con trasparenza perché dopo quello che è successo si trovi la soluzione più adeguata e giusta”.
I colloqui, che proseguono nella sede delle Opere missionarie pontificie, pertinenti alla Nunziatura apostolica, sono stati condotti da mons. Jordi Bartolomeu, al posto di mons. Charles Scicluna, l’inviato del Papa che si trova ricoverato in ospedale a seguito di un imprevisto intervento chirurgico. Il primo membro del Consiglio nazionale ad essere sentito è stato mons. Juan Ignacio González, vescovo di San Bernardo, che ha ringraziato il Papa per la serenità con la quale sta trovando i mezzi per risalire alla verità e ha evidenziato che le vittime finora ascoltate si sono sentite pienamente accolte. Quindi è toccato a mons. Goic, accompagnato da tre esperti del Consiglio: la coordinatrice Pilar Ramírez, la psicologa Josefina Martínez e l’avvocato Ana María Celis. Nel corso del lungo colloquio è stata confermata la disponibilità della Chiesa cilena a collaborare pienamente con gli inviati vaticani.
Ha proseguito mons. Goic: “Pensiamo che la questione degli abusi che si sono verificati nella nostra Chiesa impedisca qualcosa di fondamentale: il compito evangelizzatore della Chiesa, l’annuncio di Gesù Cristo e i valori del Vangelo. Gesù è venuto per insegnarci che è essenziale, rispettare la dignità umana di ogni persona”. Da qui l’insistenza sui “valori del Vangelo, la verità, la trasparenza, l’onestà, il rispetto della dignità umana e per i più vulnerabili; specialmente, in questo caso, per le vittime. Apprezziamo profondamente che molti di loro sono venuti a dare la loro testimonianza. Tutto questo ci aiuterà chiarire la verità su quanto accaduto”.

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