Consiglio d’Europa: Ex-repubblica jugoslava di Macedonia, rapporto in chiaroscuro sulla lotta alla tratta

(Strasburgo) C’è stata una “evoluzione del quadro legislativo, politico e istituzionale, più formazione verso un ventaglio più ampio di persone e maggiori ricerche condotte su diversi aspetti della tratta degli esseri umani”. Bilancio abbastanza positivo nel Rapporto sulla lotta alla tratta nella Ex-repubblica jugoslava di Macedonia, pubblicato oggi dal Gruppo di esperti anti-tratta del Consiglio d’Europa (Greta). Desta preoccupazione invece che il numero di vittime formalmente identificato sia in calo: nel periodo 2013-2016 sono state infatti identificate 33 vittime (di cui 21 minori). Un motivo è la “diminuzione delle risorse economiche e umane disponibili in conseguenza della crisi migratoria”. Dal Greta una sollecitazione a prestare più attenzione alla “individuazione delle vittime della tratta tra migranti e richiedenti asilo” e alla “identificazione proattiva delle vittime della tratta a scopo di sfruttamento lavorativo”. C’è da lavorare di più per “ridurre la vulnerabilità” di donne e bambini rom e proteggere meglio i bambini di strada e i minori non accompagnati. Quanto all’assistenza alle vittime adulte servono risorse adeguate (secondo il rapporto nessuna vittima è stata indennizzata) e disponibilità di luoghi protetti. Preoccupano infine il Greta le poche condanne: servono sanzioni “efficaci, proporzionate e dissuasive”.

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